MILANO (Reuters) - La Bce dà un parere favorevole alla riforma delle banche di credito cooperativo varata dal governo con decreto legge a febbraio, anche se la possibilità di non aderire alla holding può minare la riforma e la holding capogruppo dovrebbe avere poteri più incisivi.
Lo si legge in parere del consiglio direttivo Bce nel quale la banca centrale europea si esprime anche favorevolmente sul Gacs, lo schema di garanzia per le cartolarizzazioni dei Npl, e sulla possibilità per i fondi a investire in crediti.
Il Gacs può produrre effetti positivi, anche se marginali, sulla stabilità finanziaria perchè porta a una rimozione dei crediti deteriorati dai bilanci. Ma, sottolinea Bce, deve essere abbinato a altre misure per affrontare in modo sistematico il tema dei Npl.
Sul tema Bcc, Bce lamenta anche di non essere stata consultata prima della adozione della riforma. Nella sua richiesta di parere, ricevuta il 2 marzo, il Mef ha chiesto alla Bce "di ritenere la consultazione come questione di urgenza, visto il breve termine del procedimento di conversione".
"Ciò appare inopportuno. La Bce desidera vivamente richiamare l'attenzione del ministero sulla necessità di una corretta procedura di consultazione" spiega Francoforte.
Il 23 marzo la Camera ha votato la fiducia sul decreto che riforma le Bcc e istituisce il Gacs. Il decreto è in Senato, dove dovrebbe essere convertito in legge entro metà aprile. E la Bce, dice il parere, "gradirebbe essere consultata prima dell'approvazione in via definitiva".
Bce si attende che il decreto legge acceleri il processo di consolidamento tra le banche cooperative italiane che dovrebbe rafforzare la capacità del settore di assorbire shock negativi e offrire opportunità di razionalizzare le risorse e diversificare gli investimenti.
Ma la capogruppo dovrebbe potere dirigere e coordinare gli il gruppo "anche impartendo istruzioni dirette agli affiliati ..al fine di assicurare l'osservanza delle norme prudenziali e dei requisiti di vigilanza".
La mancata adesione al gruppo dovrebbe inoltre essere una scelta di natura eccezionale.
La riforma del credito cooperativo prevede la creazione di una società capogruppo con almeno un miliardo di patrimonio. Le banche che vorranno restare indipendenti dalla holding avranno 60 giorni di tempo per esercitare la 'way out', riconosciuta agli istituti con almeno 200 milioni di patrimonio netto al 31 dicembre 2015 e a chi decide di associarsi con una banca che rispetta questo requisito.