Investing.com - I futures del petrolio greggio sono in calo nella mattinata di questo lunedì, con gli investitori che restano cauti in attesa del vertice tra i ministri delle finanze della zona euro che si incontreranno per discutere della nuova tranche di aiuti alla Grecia.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a gennaio sono stati scambiati a 87,92 dollari al barile nella mattinata europea, in calo dello 0,4%.
I prezzi del petrolio sulla borsa di New York sono scesi dello 0,55% stamane, per toccare il minimo della seduta di 87,81 al barile.
Il Fondo Monetario Internazionale, i ministri delle finanze ed i rappresentanti della BCE si incontreranno quest’oggi a Bruxelles per discutere degli aiuti alla Grecia.
La Cancelliera Tedesca Angela Merkel ha affermato che un accordo per sbloccare i fondi alla Grecia sarà ancora possibile nel corso del vertice di oggi, mentre il Ministro delle finanze francese ha dichiarato nel fine settimana appena trascorso che l’accordo è vicino.
Il sentimento dei mercati si è indebolito dopo che i partiti separatisti della Catalogna hanno vinto le elezioni regionali tenutesi questo weekend.
Questa vittoria ha sottolineato i timori di un potenziale impatto negativo sulla quarta economia della zona euro; la Catalogna rappresenta il 20% circa dell’attività economica iberica e rappresenta il maggiore apporto di tasse per il governo centrale.
Le perdite sono state limitate dalle speranze che i consumatori spenderanno di più in queste vacanze natalizie negli USA, il principale consumatore mondiale di petrolio.
I sondaggi hanno mostrato un record di 247 milioni di acquirenti che hanno visitato punti vendita e siti web da giovedì a domenica, il 9,2% rispetto all’anno precedente.
Gli operatori continuano a monitorare il “precipizio fiscale” statunitense, rappresentato da un aumento delle tasse e tagli alla spesa pari a circa 600 miliardi, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio.
Si teme che l’economia USA ricada in recessione, a meno che il Congresso in preda alle divisioni interne e la Casa Bianca non trovino un compromesso prima della scadenza del 1° gennaio.
Intanto i traders continuano a monitorare le tensioni geopolitiche tra Israele ed Hamas. Le due parti hanno aderito ad un cessate-il-fuoco promossa dall’Egitto, per fermare il conflitto che ha ucciso 162 palestinesi e sei israeliani.
I paesi del Medio Oriente e del Nord Africa producono il 36% della produzione mondiale e detengono il 52% delle riserve accertate nel 2011.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a gennaio sono scesi dello 0,4%, scambiati a 110,94 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 23,02 dollari al barile.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a gennaio sono stati scambiati a 87,92 dollari al barile nella mattinata europea, in calo dello 0,4%.
I prezzi del petrolio sulla borsa di New York sono scesi dello 0,55% stamane, per toccare il minimo della seduta di 87,81 al barile.
Il Fondo Monetario Internazionale, i ministri delle finanze ed i rappresentanti della BCE si incontreranno quest’oggi a Bruxelles per discutere degli aiuti alla Grecia.
La Cancelliera Tedesca Angela Merkel ha affermato che un accordo per sbloccare i fondi alla Grecia sarà ancora possibile nel corso del vertice di oggi, mentre il Ministro delle finanze francese ha dichiarato nel fine settimana appena trascorso che l’accordo è vicino.
Il sentimento dei mercati si è indebolito dopo che i partiti separatisti della Catalogna hanno vinto le elezioni regionali tenutesi questo weekend.
Questa vittoria ha sottolineato i timori di un potenziale impatto negativo sulla quarta economia della zona euro; la Catalogna rappresenta il 20% circa dell’attività economica iberica e rappresenta il maggiore apporto di tasse per il governo centrale.
Le perdite sono state limitate dalle speranze che i consumatori spenderanno di più in queste vacanze natalizie negli USA, il principale consumatore mondiale di petrolio.
I sondaggi hanno mostrato un record di 247 milioni di acquirenti che hanno visitato punti vendita e siti web da giovedì a domenica, il 9,2% rispetto all’anno precedente.
Gli operatori continuano a monitorare il “precipizio fiscale” statunitense, rappresentato da un aumento delle tasse e tagli alla spesa pari a circa 600 miliardi, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio.
Si teme che l’economia USA ricada in recessione, a meno che il Congresso in preda alle divisioni interne e la Casa Bianca non trovino un compromesso prima della scadenza del 1° gennaio.
Intanto i traders continuano a monitorare le tensioni geopolitiche tra Israele ed Hamas. Le due parti hanno aderito ad un cessate-il-fuoco promossa dall’Egitto, per fermare il conflitto che ha ucciso 162 palestinesi e sei israeliani.
I paesi del Medio Oriente e del Nord Africa producono il 36% della produzione mondiale e detengono il 52% delle riserve accertate nel 2011.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a gennaio sono scesi dello 0,4%, scambiati a 110,94 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 23,02 dollari al barile.