Investing.com - Il dollaro sale contro le altre principali valute questo venerdì, supportato dai dati migliori del previsto sull’inflazione statunitense, anche se i guadagni dovrebbero restare limitati in vista del vertice di politica monetaria della Federal Reserve in agenda la prossima settimana.
Il cambio EUR/USD scende dello 0,38% a 1,1202, il minimo dal 9 settembre.
Il Dipartimento per il Commercio ha reso noto che l’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,2% ad agosto, contro le aspettative di un aumento dello 0,1% e dopo essere rimasto invariato il mese precedente.
Su base annua, i prezzi al consumo sono aumentati dell’1,1%, più dell’1,0% previsto.
L’indice IPC core, che esclude i costi di alimentari ed energetici, è salito dello 0,3% il mese scorso, più dello 0,2% previsto e dopo l’aumento dello 0,1% di luglio.
Il report segue i dati deludenti sulle vendite al dettaglio USA rilasciato ieri, che ha pesato sulle aspettative di un aumento dei tassi statunitensi questo mese.
La coppia GBP/USD scende dello 0,65% a 1,3154.
La sterlina resta sotto pressione in seguito alla decisione della Banca d’Inghilterra di lasciare invariata la politica monetaria ieri, indicando tuttavia che potrebbe tagliare ancora i tassi di interesse già a novembre a meno che non ci sia una ripresa economica.
Intanto, il cambio USD/JPY è stabile a 102,08, mentre la coppia USD/CHF sale dello 0,42% a 0,9758.
Il dollaro australiano e quello neozelandese sono deboli, con la coppia AUD/USD giù dello 0,29% a 0,7496 ed il cambio NZD/USD in calo dello 0,30% a 0,7293.
Il cambio USD/CAD sale dello 0,55% a 1,3164, il massimo dal 27 luglio.
Statistics Canada ha reso noto quest’oggi che le vendite del settore manifatturiero sono salite dello 0,1% a luglio, deludendo le attese di un aumento dell’1,0% e dopo l’incremento dello 0,8% di giugno.
Le valute legate all’oro nero sono state colpite dal crollo del prezzo del greggio dopo la notizia di un’impennata del 15% delle esportazioni iraniane di greggio ad agosto al massimo di cinque anni di oltre 2 milioni di barili al giorno, notizia che ha scatenato i timori per l’eccesso delle scorte globali.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,39% a 95,64, poco meno del massimo di una settimana e mezzo di 95,68 segnato all’inizio della seduta.