Il dollaro mantiene la maggior parte dei recenti rialzi negli scambi della mattinata europea di questo venerdì, supportato dai timori di un prolungato periodo di incertezza per la Brexit che stanno pesando sia sulla sterlina che sull’euro.
I commenti negativi del consulente economico del Presidente Donald Trump Larry Kudlow di ieri sera hanno contribuito all’avversione al rischio. Kudlow ha riferito ai giornalisti che potrebbero volerci mesi ancora per un accordo commerciale con la Cina, anche se il Segretario al Tesoro Steven Mnuchin e il Rappresentante per il Commercio Robert Lighthizer sono in arrivo a Pechino per un altro round di trattative.
La Camera dei Comuni britannica nel corso della giornata voterà ancora una volta sul piano di divorzio del Primo Ministro Theresa May, già bocciato due volte, ma l’iniziativa sembra destinata al fallimento, in quanto manca il supporto sia del partito dell’Irlanda del Nord, su cui fanno affidamento i Conservatori di May, che degli stessi Conservatori sostenitori della Brexit di linea dura.
L’esito più probabile della bocciatura del piano è che May chiederà all’UE una proroga più lunga della scadenza del 12 aprile, accettando il fatto che ciò implichi il prendere parte alle elezioni del Parlamento UE a maggio. Non è chiaro se ci sia o meno il necessario supporto unanime tra i governi UE per una proroga, quindi una hard Brexit il 12 aprile rimane lo scenario di default.
La sterlina ha toccato il minimo di tre settimane contro il dollaro ieri, con i mercati che valutavano le implicazioni dell’impasse che non è stata sbloccata dalle votazioni su otto alternative al piano di divorzio.
Malgrado la lieve ripresa nella notte, alle 04:00 ET (08:00 GMT) la valuta britannica scende dello 0,2% dalla chiusura di ieri a 1,3019 contro il dollaro. Contro l’euro ha toccato il minimo di una settimana di 1,1597 sulla scia dei dati tedeschi sulle vendite al dettaglio di febbraio migliori del previsto, che hanno fatto tirare un sospiro di sollievo per la forza della principale economia europea.
L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, si attesta al massimo di due settimane di 96,822, grazie ai flussi di asset rifugio a scapito delle valute dei mercati emergenti come la lira turca e il rand sudafricano. Il dollaro ha segnato un’impennata di oltre il 4% contro la lira ieri e registra un rimbalzo dell’1,7% questa mattina.