Investing.com - I futures del greggio sono scesi lo scorso venerdì, nei timori per l’economia globale e per l’aumento delle scorte mondiali.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il Brent con consegna ad ottobre è sceso venerdì di 1,07 dollari, o del 2,11%, chiudendo a 49,61 dollari al barile. Sulla settimana, i futures del greggio Brent scambiati sulla borsa di Londra sono scesi di 44 centesimi, o dello 0,88%, nei timori generali legati al rallentamento segnato dalla Cina e alle ripercussioni a livello mondiale.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna ad ottobre ha è sceso lo scorso venerdì di 70 centesimi, o dell’1,5%, a 46,05 dollari al barile. Nonostante i ribassi registrato i venerdì, sulla settimana i futures del greggio scambiati sulla borsa di New York sono saliti di 1,05 dollari, o dell’1,84%, dopo i segnali di riduzione nella produzione USA in seguito al crollo dei prezzi durante l’estate.
L’agenzia Baker Hughes (NYSE:BHI) ha dichiarato venerdì che il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è sceso di 13 unità la scorsa settimana a 662, il primo calo settimanale dopo sei settimane in salita.
Lo spread tra il Brent ed il greggio WTI era a quota 3,56 dollari al barile alla chiusura di venerdì, contro il livello di 3.98 dollari di giovedì.
Giovedì scorso la Banca Centrale Europea ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita e di inflazione per via del calo dei prezzi del greggio e del rallentamento dell’economia cinese.
Negli USA i dati di venerdì hanno mostrato che l’economia ha creato meno posti di lavoro del previsto, nonostante il calo del tasso di disoccupazione.
Il Dipartimento per il Lavoro USA ha riportato che l’economia ha creato 173.000 nuovi posti di lavoro lo scorso mese, contro le aspettative di un aumento di 220.000 e dopo l’aumento di 245.000 del mese precedente.
Tuttavia il tasso di disoccupazione è sceso dal 5,3% al 5,1%, meglio delle aspettative di un calo al 5,2%, segnando il minimo dall’aprile 2008.
I dati non hanno fornito chiarimenti in merito alla tempistica dell’aumento dei tassi Fed.
Il rallentamento dell’economia cinese e la volatilità dei mercati globali ha creato una certa incertezza sulla tempistica dell’aumento dei tassi Fed.
Il caos sui mercati è scoppiato subito dopo l’inaspettata decisione della Cina di svalutare lo yuan all’inizio del mese, una manovra che ha fatto temere un indebolimento dell’economia più veloce del previsto.
La nazione asiatica è il secondo consumatore mondiale di greggio dopo gli USA ed ha fatto da traino per la crescita della domanda.
Il greggio negli ultimi mesi è rimasto costantemente sotto pressione, per via dei timori legati all’eccesso di scorte globali che hanno pesato sui prezzi.
La produzione globale di greggio supera ancora la domanda a causa della forte crescita nella produzione del petrolio di scisto negli Stati Uniti e della decisione presa lo scorso anno dall’OPEC di non ridurre la produzione.
Nella settimana oramai alle porte, i traders attenderanno i dati di venerdì sui prezzi al consumo e sul sentimento dei consumatori, alla ricerca di indicazioni sulla possibilità o meno di un aumento dei tassi.
Gli operatori attenderanno inoltre una serie di dati economici cinesi, tra cui il report sulla bilancia commerciale ed i dati sull’indice dei prezzi al consumo.
In vista dell’inizio settimana, Investing.com ha compilato una lista di questi ed altri eventi significativi che potrebbero influenzare i mercati.
Lunedì 7 settembre
Negli USA i mercati resteranno chiusi per il Labor Day, la festa del lavoro.
Martedì 8 settembre
La Cina rilascerà i dati sulla bilancia commerciale.
Mercoledì 9 settembre
L’American Petroleum Institute rilascerà i dati settimanali sulle scorte di greggio.
Giovedì 10 settembre
La Cina pubblicherà i dati sull’indice dei prezzi al consumo e alla produzione.
Gli USA rilasceranno i dati sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione.
Venerdì 11 settembre
L’Agenzia Internazionale per l’Energia rilascerà il report mensile sulle scorte di greggio mondiali e sulla domanda globale.
Gli USA chiuderanno la settimana i dati sui prezzi al consumo e sul sentimento dei consumatori.