Investing.com - Il dollaro tocca un nuovo minimo di sei mesi contro il paniere delle altre principali valute questo mercoledì, i crescenti timori politici negli Stati Uniti nonché i deboli dati economici pesano sul biglietto verde.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,18% a 97,92 alle 07.40 GMT, dopo aver segnato il minimo di 97,76 nella notte, il minimo dal 9 novembre.
L’indice ha chiuso la seduta precedente in calo dello 0,81%.
Il dollaro è andato nuovamente sotto pressione alla vendita dopo la notizia che il Presidente USA Donald Trump avrebbe chiesto all’ex direttore dell’FBI James Comey a febbraio di chiudere le indagini sui legami tra l’ex consigliere alla sicurezza nazionale Michael Flynn e la Russia.
La notizia giunge in un periodo turbolento alla Casa Bianca, con Trump che ha licenziato Comey e le voci secondo cui avrebbe svelato informazioni riservate al ministro degli esteri russo circa un’operazione dello Stato Islamico, informazioni ottenute da un alleato degli Stati Uniti.
Ci si chiede ora se Trump abbia interferito con il processo giudiziario e se il governo riuscirà a convincere un Congresso diviso a portare avanti il programma di stimolo economico.
Intanto, i dati deboli sul settore immobiliare USA rilasciati ieri vanno ad aggiungersi alla serie di report economici deludenti e alimentano l’incertezza circa le prospettive della politica monetaria.
La probabilità di un aumento dei tassi in occasione del vertice di giugno è scesa al 64%, secondo lo Strumento di Controllo dei Tassi della Fed di Investing.com, in calo da più dell’80% della settimana scorsa.
Il dollaro scende al minimo di una settimana e mezza contro lo yen, con la coppia USD/JPY giù dello 0,63% a 112,39.
Il cambio EUR/USD si attesta a 1,1096 dopo aver segnato il massimo di 1,1122 nella notte, il massimo dal 9 novembre.
La richiesta di euro continua ad essere supportata, con l’attenzione degli investitori che torna ad essere rivolta alle prospettive di politica monetaria dato che i timori per i rischi politici sono diminuiti.
I dati di ieri hanno confermato che l’economia della zona euro è cresciuta dell’1,7% su base annua nel primo trimestre, alimentando le speculazioni sulla tempistica della riduzione del programma di stimolo della Banca Centrale Europea.
L’euro scende contro uno yen più forte, con la coppia EUR/JPY giù dello 0,53% a 124,7.
La sterlina è pressoché invariata, con il cambio GBP/USD a 1,2911 in attesa dell’ultimo report sull’occupazione britannica.
Gli economisti prevedono che l’aumento dei compensi abbia continuato a rallentare l’inflazione, dopo i dati di ieri che hanno mostrato che l’inflazione annua nel Regno Unito è salita al massimo dal settembre del 2013 il mese scorso.