Investing.com – L’euro è sceso stamane dal massimo di 4 mesi contro lo yen, nella maggiore richiesta di valuta rifugio, mentre i mercati continuano preoccuparsi per gli sviluppi nella zona euro.
Nel pomeriggio degli scambi europei, il cambio EUR/JPY è rimbalzato da 109,93- il massimo dal 31 ottobre - a 107,72, in calo dell’1,33%.
Supporto a 106,82, minimo del 24 febbraio e resistenza a 109,93, massimo giornaliero.
In sentimento sull’euro è stato colpito dalla decisione del gruppo del G-20 di rimandare la decisione su un incremento della capacità di prestito del FMI, dichiarando che qualsiasi decisione su un aiuto esterno sarà condizionata dalla capacità dei governi europei nell’aumentare gli strumenti di protezione contro il debito dell’area.
La Germania resta discorde all’ampliamento del Meccanismo Europeo di Stabilità, il fondo di salvataggio permanente entrato in vigore quest’anno.
Il sentimento ha risentito della dichiarazione dell’agenzia di rating Moody’s, la quale ha dichiarato che, sebbene nel secondo salvataggio greco sia un grosso passo avanti, il rischio di un default rimane elevato.
Inoltre, la recente impennata del petrolio ha alimentato i timori che l’aumento dei prezzi possa avere degli effetti sulla ripresa economica. I timori hanno offuscato l’ottimismo verso la seconda operazione di liquidità della BCE, prevista per mercoledì, dopo l’operazione analoga della banca a dicembre.
Lo yen è rimasto sotto pressione nelle ultime settimane per via della decisione della Banca del Giappone della scorsa settimana di allentare la politica monetaria e per via del calo del surplus del paese.
Lo yen è salito contro il dollaro, con USD/JPY in calo dello 0,86%, a 80,50.
L’Italia ha visto oggi gli interessi dei titoli a breve termine scendere al livello più basso degli ultimi 18 mesi, dopo aver venduto all’asta 8,75 milioni di titoli a sei mesi ad un rendimento dell’1,2%, contro l’1,97% dello scorso mese, e 3,5 milioni di euro a nove mesi ad un rendimento dell’1,29%.
Nel corso della giornata il parlamento tedesco terrà una sessione straordinaria per votare sul secondo salvataggio della Grecia, mentre gli USA rilasceranno i dati sulle vendite di case in corso.
Nel pomeriggio degli scambi europei, il cambio EUR/JPY è rimbalzato da 109,93- il massimo dal 31 ottobre - a 107,72, in calo dell’1,33%.
Supporto a 106,82, minimo del 24 febbraio e resistenza a 109,93, massimo giornaliero.
In sentimento sull’euro è stato colpito dalla decisione del gruppo del G-20 di rimandare la decisione su un incremento della capacità di prestito del FMI, dichiarando che qualsiasi decisione su un aiuto esterno sarà condizionata dalla capacità dei governi europei nell’aumentare gli strumenti di protezione contro il debito dell’area.
La Germania resta discorde all’ampliamento del Meccanismo Europeo di Stabilità, il fondo di salvataggio permanente entrato in vigore quest’anno.
Il sentimento ha risentito della dichiarazione dell’agenzia di rating Moody’s, la quale ha dichiarato che, sebbene nel secondo salvataggio greco sia un grosso passo avanti, il rischio di un default rimane elevato.
Inoltre, la recente impennata del petrolio ha alimentato i timori che l’aumento dei prezzi possa avere degli effetti sulla ripresa economica. I timori hanno offuscato l’ottimismo verso la seconda operazione di liquidità della BCE, prevista per mercoledì, dopo l’operazione analoga della banca a dicembre.
Lo yen è rimasto sotto pressione nelle ultime settimane per via della decisione della Banca del Giappone della scorsa settimana di allentare la politica monetaria e per via del calo del surplus del paese.
Lo yen è salito contro il dollaro, con USD/JPY in calo dello 0,86%, a 80,50.
L’Italia ha visto oggi gli interessi dei titoli a breve termine scendere al livello più basso degli ultimi 18 mesi, dopo aver venduto all’asta 8,75 milioni di titoli a sei mesi ad un rendimento dell’1,2%, contro l’1,97% dello scorso mese, e 3,5 milioni di euro a nove mesi ad un rendimento dell’1,29%.
Nel corso della giornata il parlamento tedesco terrà una sessione straordinaria per votare sul secondo salvataggio della Grecia, mentre gli USA rilasceranno i dati sulle vendite di case in corso.