Investing.com – L’euro è salito contro il dollaro USA in seguito al rilascio di dati USA deludenti che hanno acceso la speculazione verso la possibilità di un ulteriore round di allentamento quantitativo da parte della banca centrale statunitense.
Nel pomeriggio degli scambi europei il cambio EUR/USD ha toccato 1,2561, il massimo da venerdì; successivamente il cambio si è attestato a 1,2538, in salita dello 0,28%.
Supporto a 1,2409, minimo del 6 giugno e resistenza a 1,2624, massimo del 7 giugno.
Il Dipartimento per il Commercio USA ha dichiarato che le vendite al dettaglio sono scese di un destagionalizzato 0,2% a maggio, in calo per il secondo mese consecutivo per la prima volta in due anni.
Il dato di aprile è stato rivisto ad un calo dello 0,2% dall’aumento dello 0,1% precedentemente riportato.
Le vendite al dettaglio core, che escludono le vendite di automobili, sono scese di un destagionalizzato 0,4% lo scorso mese, il maggiore calo dal maggio 2010.
Un report separato ha mostrato che l’IPC è sceso dello 0,2% a maggio, il maggiore calo dal luglio 2009.
I dati deboli hanno acceso la speculazione verso la possibilità di un ulteriore round di allentamento quantitativo da parte della Federal Reserve; ieri Charles Evans, presidente della Federal Reserve di Chicago ha ribadito il suo appoggio verso un ulteriore stimolo monetario.
Ma i guadagni restano limitati dai timori che il salvataggio di 100 miliardi di euro alle banche iberiche stabilito aumenterà il fardello del debito della Spagna e renderà ancora più difficoltoso l’accesso di Madrid ai mercati del credito.
Il rendimento dei titoli a 10 anni spagnoli è risalito a 6,76% ieri, vicino alla soglia critica del 7%, considerata insostenibile nel lungo termine e che ha preceduto i salvataggi in Grecia, Irlanda e Portogallo.
Intanto gli investitori sono concentrati sull’esito delle elezioni che si terranno in Grecia questa domenica che potrebbero determinare il futuro del paese nella zona euro.
L’euro è salito contro la sterlina e contro lo yen, con EUR/GBP in salita dello 0,44% a 0,8065 ed EUR/JPY in salita dello 0,25% a 99,66.
Stamane l’Italia ha visto i rendimenti salire al livello più alto da dicembre, nel corso di un’asta di titoli a 12 mesi, nel timore che sia il prossimo paese a richiedere un salvataggio.
Intanto i dati ufficiali hanno mostrato che la produzione industriale nella zona euro è scesa per il secondo mese consecutivo ad aprile dello 0,8%, enfatizzando ancora di più i timori per la salute dell’economia della regione.
Nel pomeriggio degli scambi europei il cambio EUR/USD ha toccato 1,2561, il massimo da venerdì; successivamente il cambio si è attestato a 1,2538, in salita dello 0,28%.
Supporto a 1,2409, minimo del 6 giugno e resistenza a 1,2624, massimo del 7 giugno.
Il Dipartimento per il Commercio USA ha dichiarato che le vendite al dettaglio sono scese di un destagionalizzato 0,2% a maggio, in calo per il secondo mese consecutivo per la prima volta in due anni.
Il dato di aprile è stato rivisto ad un calo dello 0,2% dall’aumento dello 0,1% precedentemente riportato.
Le vendite al dettaglio core, che escludono le vendite di automobili, sono scese di un destagionalizzato 0,4% lo scorso mese, il maggiore calo dal maggio 2010.
Un report separato ha mostrato che l’IPC è sceso dello 0,2% a maggio, il maggiore calo dal luglio 2009.
I dati deboli hanno acceso la speculazione verso la possibilità di un ulteriore round di allentamento quantitativo da parte della Federal Reserve; ieri Charles Evans, presidente della Federal Reserve di Chicago ha ribadito il suo appoggio verso un ulteriore stimolo monetario.
Ma i guadagni restano limitati dai timori che il salvataggio di 100 miliardi di euro alle banche iberiche stabilito aumenterà il fardello del debito della Spagna e renderà ancora più difficoltoso l’accesso di Madrid ai mercati del credito.
Il rendimento dei titoli a 10 anni spagnoli è risalito a 6,76% ieri, vicino alla soglia critica del 7%, considerata insostenibile nel lungo termine e che ha preceduto i salvataggi in Grecia, Irlanda e Portogallo.
Intanto gli investitori sono concentrati sull’esito delle elezioni che si terranno in Grecia questa domenica che potrebbero determinare il futuro del paese nella zona euro.
L’euro è salito contro la sterlina e contro lo yen, con EUR/GBP in salita dello 0,44% a 0,8065 ed EUR/JPY in salita dello 0,25% a 99,66.
Stamane l’Italia ha visto i rendimenti salire al livello più alto da dicembre, nel corso di un’asta di titoli a 12 mesi, nel timore che sia il prossimo paese a richiedere un salvataggio.
Intanto i dati ufficiali hanno mostrato che la produzione industriale nella zona euro è scesa per il secondo mese consecutivo ad aprile dello 0,8%, enfatizzando ancora di più i timori per la salute dell’economia della regione.