Investing.com – L’euro è risceso nuovamente contro il dollaro statunitense questo giovedì, in seguito alle dichiarazioni del Presidente BCE riguardo alla politica monetaria, che resterà allentata finché sarà necessario.
Nel pomeriggio degli scambi europei il cambio EUR/USD ha toccato 1,2747, il minimo dal 21 novembre; successivamente il cambio si è attestato a 1,2788, in calo dello 0,46%.
Supporto a 1,2689, minimo del 16 novembre e resistenza a 1,2852, massimo della seduta.
L’euro è sceso dopo le parole di Draghi, il quale ha affermato che la banca monitorerà gli sviluppi economici e monetari e valuterà le conseguenze sulle previsioni di inflazione.
Draghi ha aggiunto che la banca seguirà gli sviluppi dei mercati finanziari e l’impatto potenziale sulla politica monetaria.
Le previsioni per la zona euro restano deboli, ma una ripresa graduale dovrebbe iniziare nella seconda metà dell’anno, soggetta a “rischi al ribasso”, ha affermato Draghi.
La BCE ha lasciato invariato il tasso di riferimento allo 0,75%, come ampiamente previsto.
Draghi ha aggiunto che il salvataggio di Cipro non è un modello da applicare e che non è stato “intelligente” proporre un prelievo forzoso sui depositi ciprioti inferiori ai 100.000 euro.
Il sentimento sulla moneta unica resta fragile, con
L’euro è sceso ai minimi della seduta contro la sterlina, con EUR/GBP in calo dello 0,34% a 0,8462.
La Banca d’Inghilterra ha deciso lasciare invariato il tasso di interesse allo 0,5% ed ha lasciato invariato il programma di acquisti a 375 miliardi di sterline, in una decisione ampiamente prevista.
La decisione è giunta dopo i dati che hanno mostrato che il settore dei servizi del Regno Unito è cresciuto al ritmo più veloce degli ultimi sette mesi a marzo, alimentando le speranze che l’economia eviterà la tripla recessione.
L’euro è salito ancora contro lo yen, con EUR/JPY in salita del 2,31% a 122,32.
Lo yen è sceso in seguito alla decisione della Banca del Giappone di implementare misure aggressive a sostegno della crescita e contro la deflazione per la terza economia mondiale.
La BoJ, sotto il neo governatore Haruhiko Kuroda, ha dichiarato di prevedere il raddoppiamento del programma di acquisti nei prossimi due anni e di estendere la scadenza dei bond acquistati.
Negli USA, in un report il Dipartimento per il Lavoro ha dichiarato che il numero di richiedenti sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti nella settimana scorsa è salito di 28.000 unità, ad un destagionalizzato 385.000, contro le aspettative di un calo di 7.000 a 350.000.
Le richieste di sussidio di disoccupazione nella settimana scorsa sono state riviste a 357.000.
Nel pomeriggio degli scambi europei il cambio EUR/USD ha toccato 1,2747, il minimo dal 21 novembre; successivamente il cambio si è attestato a 1,2788, in calo dello 0,46%.
Supporto a 1,2689, minimo del 16 novembre e resistenza a 1,2852, massimo della seduta.
L’euro è sceso dopo le parole di Draghi, il quale ha affermato che la banca monitorerà gli sviluppi economici e monetari e valuterà le conseguenze sulle previsioni di inflazione.
Draghi ha aggiunto che la banca seguirà gli sviluppi dei mercati finanziari e l’impatto potenziale sulla politica monetaria.
Le previsioni per la zona euro restano deboli, ma una ripresa graduale dovrebbe iniziare nella seconda metà dell’anno, soggetta a “rischi al ribasso”, ha affermato Draghi.
La BCE ha lasciato invariato il tasso di riferimento allo 0,75%, come ampiamente previsto.
Draghi ha aggiunto che il salvataggio di Cipro non è un modello da applicare e che non è stato “intelligente” proporre un prelievo forzoso sui depositi ciprioti inferiori ai 100.000 euro.
Il sentimento sulla moneta unica resta fragile, con
L’euro è sceso ai minimi della seduta contro la sterlina, con EUR/GBP in calo dello 0,34% a 0,8462.
La Banca d’Inghilterra ha deciso lasciare invariato il tasso di interesse allo 0,5% ed ha lasciato invariato il programma di acquisti a 375 miliardi di sterline, in una decisione ampiamente prevista.
La decisione è giunta dopo i dati che hanno mostrato che il settore dei servizi del Regno Unito è cresciuto al ritmo più veloce degli ultimi sette mesi a marzo, alimentando le speranze che l’economia eviterà la tripla recessione.
L’euro è salito ancora contro lo yen, con EUR/JPY in salita del 2,31% a 122,32.
Lo yen è sceso in seguito alla decisione della Banca del Giappone di implementare misure aggressive a sostegno della crescita e contro la deflazione per la terza economia mondiale.
La BoJ, sotto il neo governatore Haruhiko Kuroda, ha dichiarato di prevedere il raddoppiamento del programma di acquisti nei prossimi due anni e di estendere la scadenza dei bond acquistati.
Negli USA, in un report il Dipartimento per il Lavoro ha dichiarato che il numero di richiedenti sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti nella settimana scorsa è salito di 28.000 unità, ad un destagionalizzato 385.000, contro le aspettative di un calo di 7.000 a 350.000.
Le richieste di sussidio di disoccupazione nella settimana scorsa sono state riviste a 357.000.