Investing.com – L’euro è sceso contro il dollaro USA questo giovedì, perdendo alcuni dei guadagni della giornata precedente, nei timori per un possibile salvataggio spagnolo ed un’eventuale uscita dalla zona euro.
Alla chiusura degli scambi asiatici il cambio EUR/USD ha toccato 1,2128 il minimo della sessione; successivamente il cambio si è attestato a 1,2153, in calo dello 0,03%.
Supporto a breve termine a 1,2052, minimo di mercoledì e di quasi due anni e resistenza a 1,2282, massimo del 20 luglio.
L’euro si è rafforzato dopo che Ewald Nowotny, membro del consiglio BCE ha dichiarato che è sostenuta la tesi di dare al Meccanismo di Stabilità Europeo una licenza bancaria, che aumenterebbe il potere del meccanismo nel combattere la crisi della zona euro.
Ma l’euro è nuovamente sotto pressione dopo che il Presidente della BCE Mario Draghi sembra aver respinto l’idea.
Il rendimento dei titoli a 10 anni è al 7,38%, giù rispetto al massimo del 7,74% ma ancora al di sopra della soglia critica del 7% considerata insostenibile nel lungo termine.
Intanto il dollaro è limitato dalla speculazione verso un possibile intervento da parte della Federal Reserve, in attesa del meeting di politica monetaria della prossima settimana.
L’euro è salito contro la sterlina e contro lo yen, con EUR/GBP in salita dello 0,09% a 0,7850 ed EUR/JPY su dello 0,04% a 95,05.
Nel corso della giornata gli USA rilasceranno i dati ufficiali sugli ordinativi di beni durevoli e sulle richieste iniziali di sussidio di disoccupazione, nonché i dati sulla vendita di case in corso.
Alla chiusura degli scambi asiatici il cambio EUR/USD ha toccato 1,2128 il minimo della sessione; successivamente il cambio si è attestato a 1,2153, in calo dello 0,03%.
Supporto a breve termine a 1,2052, minimo di mercoledì e di quasi due anni e resistenza a 1,2282, massimo del 20 luglio.
L’euro si è rafforzato dopo che Ewald Nowotny, membro del consiglio BCE ha dichiarato che è sostenuta la tesi di dare al Meccanismo di Stabilità Europeo una licenza bancaria, che aumenterebbe il potere del meccanismo nel combattere la crisi della zona euro.
Ma l’euro è nuovamente sotto pressione dopo che il Presidente della BCE Mario Draghi sembra aver respinto l’idea.
Il rendimento dei titoli a 10 anni è al 7,38%, giù rispetto al massimo del 7,74% ma ancora al di sopra della soglia critica del 7% considerata insostenibile nel lungo termine.
Intanto il dollaro è limitato dalla speculazione verso un possibile intervento da parte della Federal Reserve, in attesa del meeting di politica monetaria della prossima settimana.
L’euro è salito contro la sterlina e contro lo yen, con EUR/GBP in salita dello 0,09% a 0,7850 ed EUR/JPY su dello 0,04% a 95,05.
Nel corso della giornata gli USA rilasceranno i dati ufficiali sugli ordinativi di beni durevoli e sulle richieste iniziali di sussidio di disoccupazione, nonché i dati sulla vendita di case in corso.