Investing.com – L’euro si è ristabilito contro il dollaro stamane, rimbalzando dal minimo di 4 mesi; ma la moneta unica resta vulnerabile per via della preoccupazione verso una possibile uscita della Grecia dalla zona euro, un timore che sostiene la richiesta di valuta rifugio.
Alla chiusura degli scambi asiatici il cambio EUR/USD ha toccato 1,2680, il minimo dal 17 gennaio; successivamente il cambio si è attestato a 1,2720, in calo dello 0,07%.
Supporto a 1,2648, minimo del 18 gennaio e resistenza a 1,2740, massimo della sessione.
L’euro ha trovato un supporto, dopo il crollo di stamattina dovuto al fallimento degli incontri mirati a creare un governo di coalizione in Greci e che ha come conseguenza il richiamare alle urne gli elettori.
L’incertezza sul risultato delle prossime elezioni ha innescato le preoccupazione verso una possibile uscita del paese dalla zona euro a causa di un mancato accesso ai fondi internazionali.
I bond dei paesi periferici si sono ristabiliti dopo l’impennata di stamane, il rendimento dei titoli spagnoli a 10 anni sono rientrati al 6,3% dal 6,41%, mente i titoli analoghi italiani si sono stabiliti a 5,98% dopo aver superato il 6%.
Una relazione mostra che l’IPC della zona euro si attesta al 2,6% ad aprile, invariato rispetto al mese precedente; Su base mensile l’IPC è salito dello 0,5% in linea con le aspettative dopo essere salito dell’1,3% a marzo.
L’euro si è staccato dal minimo di 3 anni e mezzo contro la sterlina, con EUR/GBP in salita dello 0,30% a 0,7983.
Nel suo rapporto trimestrale di inflazione, la BOE ha previsto che l’inflazione non scenderà nel breve termine e resterà invece al di sopra del target del 2% per un altro anno.
La BoE ha inoltre rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica, con i policymakers che prevedono un tasso di crescita in due anni del 2,6% contro la previsione di febbraio del 3%.
Il governatore Mervyn King ha dichiarato che la crisi del debito sovrano nella zona euro rappresenta l’unica vera minaccia alla ripresa economica britannica.
Nel corso della giornata gli USA rilasceranno i dati sulle concessioni edilizie e sulle nuove costruzioni, seguiti dai report sulla capacità di utilizzo e sulla produzione industriale. Inoltre, la Federal Reserve pubblicherà i verbali del suo ultimo incontro di politica monetaria.
Alla chiusura degli scambi asiatici il cambio EUR/USD ha toccato 1,2680, il minimo dal 17 gennaio; successivamente il cambio si è attestato a 1,2720, in calo dello 0,07%.
Supporto a 1,2648, minimo del 18 gennaio e resistenza a 1,2740, massimo della sessione.
L’euro ha trovato un supporto, dopo il crollo di stamattina dovuto al fallimento degli incontri mirati a creare un governo di coalizione in Greci e che ha come conseguenza il richiamare alle urne gli elettori.
L’incertezza sul risultato delle prossime elezioni ha innescato le preoccupazione verso una possibile uscita del paese dalla zona euro a causa di un mancato accesso ai fondi internazionali.
I bond dei paesi periferici si sono ristabiliti dopo l’impennata di stamane, il rendimento dei titoli spagnoli a 10 anni sono rientrati al 6,3% dal 6,41%, mente i titoli analoghi italiani si sono stabiliti a 5,98% dopo aver superato il 6%.
Una relazione mostra che l’IPC della zona euro si attesta al 2,6% ad aprile, invariato rispetto al mese precedente; Su base mensile l’IPC è salito dello 0,5% in linea con le aspettative dopo essere salito dell’1,3% a marzo.
L’euro si è staccato dal minimo di 3 anni e mezzo contro la sterlina, con EUR/GBP in salita dello 0,30% a 0,7983.
Nel suo rapporto trimestrale di inflazione, la BOE ha previsto che l’inflazione non scenderà nel breve termine e resterà invece al di sopra del target del 2% per un altro anno.
La BoE ha inoltre rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica, con i policymakers che prevedono un tasso di crescita in due anni del 2,6% contro la previsione di febbraio del 3%.
Il governatore Mervyn King ha dichiarato che la crisi del debito sovrano nella zona euro rappresenta l’unica vera minaccia alla ripresa economica britannica.
Nel corso della giornata gli USA rilasceranno i dati sulle concessioni edilizie e sulle nuove costruzioni, seguiti dai report sulla capacità di utilizzo e sulla produzione industriale. Inoltre, la Federal Reserve pubblicherà i verbali del suo ultimo incontro di politica monetaria.