Investing.com – La sterlina è in calo contro il dollaro USA questo lunedì, per via dei timori sulla situazione in Spagna e Grecia che accompagnano le preoccupazioni per la crescita globale.
Nel pomeriggio degli scambi europei il cambio GBP/USD ha toccato 1,6031, il massimo da giovedì; successivamente il cambio si è attestato a 1,6036, in calo dello 0,42%.
Supporto a breve termine a 1,5989, minimo del 22 ottobre e resistenza a 1,6096, massimo della seduta.
Gli investitori sono rimasti cauti nei timori sulla capacità della Grecia di rispettare e implementare le misure di austerity richieste, visto il blocco dell’ultimo round di tagli.
Intanto gli investitori attendono nel corso della giornata il Primo Ministro spagnolo Mariano Rajoy riceverà il Premier Italiano Mario Monti a Madrid, mentre sale la pressione sull’eventuale richiesta di salvataggio dalla zona euro.
Il sentimento dei mercati resta cauto sulla crescita economica globale, nonostante i dati di venerdì sul PIL del terzo trimestre migliore del previsto che hanno contrastato i report sugli utili corporate piuttosto deboli.
La sterlina ha risentito poco dei dati che hanno mostrato un aumento dei prestiti da parte della banche britanniche. Il dato è aumentato al ritmo più veloce degli ultimi 4 anni e mezzo, e anche le approvazioni mutui hanno superato le aspettative.
La Banca d’Inghilterra ha dichiarato che i prestiti ai privati sono aumentati a 1,7 miliardi di sterline a settembre, dopo un calo di 0,3 miliardi di sterline ad agosto, l’aumento maggiore dal febbraio 2008. Gli analisti avevano previsto che i prestiti netti sarebbero aumentati di 0,6 miliardi di sterline.
La BoE ha affermato che le approvazioni mutui sono salite a 50.024 a settembre contro i 47.921 di agosto, contro le previsioni di 48.000.
La sterlina è pressoché invariata contro l’euro, con EUR/GBP in salita dello 0,06% a 0,8040.
Nel corso della giornata gli USA rilasceranno i dati ufficiali sulla vendita di case in corso.
Intanto i volumi si prevedono ridotti questo lunedì, come conseguenza della prima chiusura non programmata dei mercati statunitensi dal settembre 2001, dovuta al passaggio dell’uragano Sandy nella parte nordorientale degli Stati Uniti.
Nel pomeriggio degli scambi europei il cambio GBP/USD ha toccato 1,6031, il massimo da giovedì; successivamente il cambio si è attestato a 1,6036, in calo dello 0,42%.
Supporto a breve termine a 1,5989, minimo del 22 ottobre e resistenza a 1,6096, massimo della seduta.
Gli investitori sono rimasti cauti nei timori sulla capacità della Grecia di rispettare e implementare le misure di austerity richieste, visto il blocco dell’ultimo round di tagli.
Intanto gli investitori attendono nel corso della giornata il Primo Ministro spagnolo Mariano Rajoy riceverà il Premier Italiano Mario Monti a Madrid, mentre sale la pressione sull’eventuale richiesta di salvataggio dalla zona euro.
Il sentimento dei mercati resta cauto sulla crescita economica globale, nonostante i dati di venerdì sul PIL del terzo trimestre migliore del previsto che hanno contrastato i report sugli utili corporate piuttosto deboli.
La sterlina ha risentito poco dei dati che hanno mostrato un aumento dei prestiti da parte della banche britanniche. Il dato è aumentato al ritmo più veloce degli ultimi 4 anni e mezzo, e anche le approvazioni mutui hanno superato le aspettative.
La Banca d’Inghilterra ha dichiarato che i prestiti ai privati sono aumentati a 1,7 miliardi di sterline a settembre, dopo un calo di 0,3 miliardi di sterline ad agosto, l’aumento maggiore dal febbraio 2008. Gli analisti avevano previsto che i prestiti netti sarebbero aumentati di 0,6 miliardi di sterline.
La BoE ha affermato che le approvazioni mutui sono salite a 50.024 a settembre contro i 47.921 di agosto, contro le previsioni di 48.000.
La sterlina è pressoché invariata contro l’euro, con EUR/GBP in salita dello 0,06% a 0,8040.
Nel corso della giornata gli USA rilasceranno i dati ufficiali sulla vendita di case in corso.
Intanto i volumi si prevedono ridotti questo lunedì, come conseguenza della prima chiusura non programmata dei mercati statunitensi dal settembre 2001, dovuta al passaggio dell’uragano Sandy nella parte nordorientale degli Stati Uniti.