MILANO, 12 gennaio (Reuters) - La produzione industriale italiana dovrebbe essere tornata a una marginale crescita congiunturale nel mese di novembre senza però intaccare il quadro di estrema debolezza complessiva che sembra aver contraddistinto l'ultimo trimestre dell'anno.
E' quanto emerge dal sondaggio mensile condotto da Reuters tra gli economisti in vista dalla pubblicazione dei numeri Istat in agenda domattina.
La mediana delle stime converge su una crescita di 0,1% dopo la contrazione di pari entità di ottobre, mentre a perimetro annuo la flessione dovrebbe ridursi a -2,7% da -3,0%.
Lo scenario suggerito dalle indagini qualitative relative all'ultima parte dell'anno è quello di un comparto che stenta a ritrovare slancio, dopo il tonfo degli ultimi anni.
Secondo l'ultima rilevazione a cura di Markit, a dicembre il l'attività della manifattura italiana si è contratto al ritmo più marcato da 19 mesi, mettendo a segno la terza flessione mensile consecutiva.
D'altra parte, l'indice Istat sulla fiducia delle imprese manifatturiere relativa a dicembre ha mostrato un miglioramento del clima.
"Con un rimbalzo dello 0,1% e ipotizzando un dicembre piatto, avremmo comunque un nuovo trimestre negativo per la produzione industriale, compatibile a mio avviso con una nuova, seppur ridotta, riduzione del Pil nella parte finale dell'anno, nell'ordine dello 0,1%", commenta Paolo Mameli, economista di Intesa Sanpaolo.
L'Italia, incapace di mettere a segno un trimestre di crescita del Pil dalla metà del 2011, ha archiviato il 2014 con una contrazione dello 0,4%, secondo quanto dichiarato da Matteo Renzi nel corso della conferenza stampa di fine anno.
Per il prossimo anno, il governo stima una crescita del Pil pari allo 0,6%.
Istat nella nota di aggiornamento mensile ha previsto per i prossimi mesi l'arresto della fase di contrazione, in presenza di segnali positivi per la domanda interna.
Un contributo fondamentale alla lenta ripartenza dell'industria e dell'economia prevista per l'anno prossimo dovrebbe arrivare dal netto calo del prezzo del petrolio e dall'indebolimento dell'euro, sceso ai minimi da 9 anni sul dollaro.
"Gli impatti positivi di questi due fattori si osserveranno gradualmente, e si vedranno in maniera più sensibile nei trimestri centrali dell'anno", prevede Paolo Pizzoli, economista di Ing.
(Elvira Pollina) OLITBUS Reuters Italy Online Report Business News 20150112T123254+0000