Investing.com – Il dollaro statunitense ha riguadagnato terreno contro le principali controparti, il sollievo iniziale dei mercati che ha accolto la decisione dell’UE di sostenere il settore bancario spagnolo, ha lasciato il posto ai timori per la crisi del debito della zona euro.
Durante il pomeriggio degli scambi europei il dollaro è sceso contro l’euro, con EUR/USD in salita dello 0,20% a 1,2543, dopo essersi staccata dal massimo della sessione di 1,2669.
L’euro è stato supportato dalle dichiarazioni di sabato del ministro delle finanze spagnolo, Luis de Guindos, il quale ha affermato che l’UE garantirà alla Spagna un prestito fino a 100 miliardi di euro che il governo utilizzerà per ricapitalizzare il settore bancario del paese.
Ma gli investitori sono rimasti cauti poiché i dettagli del salvataggio sono rimasti poco chiari, con la somma che la Spagna riceverà che deve essere ancora definita, dopo la pubblicazione degli audit indipendenti che saranno pubblicati nel corso di questo mese.
Intanto continua a pesare l’incertezza sul risultato delle elezioni in Grecia questo week end, che potrebbe determinare la permanenza del paese all’interno della zona euro.
Il biglietto verde è rimasto giù contro la sterlina, con GBP/USD in salita dello 0,37% a 1,5527, rispetto al massimo di 1,5582.
Il biglietto verde è rimasto in calo contro lo yen ed il franco svizzero, con USD/JPY in calo dello 0,06% a 79,41, e USD/CHF in calo dello 0,22% a 0,9572.
Inoltre, il biglietto verde è sceso contro le controparti canadesi australiane e neozelandesi, con USD/CAD giù dello 0,09% a 1,0250, AUD/USD in salita dello 0,36% a 0,9951 e NZD/USD in salita dello 0,40% a 0,7734.
Le valute legate alle materie prime si sono scrollate di dosso i dati ufficiali che mostrano che l’inflazione Cinese, la produzione industriale e le vendite al dettaglio hanno deluso le aspettative a maggio, dopo che dei dati sorprendentemente forti sull’importazione hanno allentato i timori di un “atterraggio duro” della seconda economia mondiale.
L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è sceso dello 0,26% a 82,69.
I dati di oggi hanno mostrato che la produzione industriale francese è scesa dello 0,7 ad aprile, mentre il PIL in Italia si è contratto dello 0,8% nel primo trimestre, sottolineando i timori per la crescita altalenante nella zona euro.
Durante il pomeriggio degli scambi europei il dollaro è sceso contro l’euro, con EUR/USD in salita dello 0,20% a 1,2543, dopo essersi staccata dal massimo della sessione di 1,2669.
L’euro è stato supportato dalle dichiarazioni di sabato del ministro delle finanze spagnolo, Luis de Guindos, il quale ha affermato che l’UE garantirà alla Spagna un prestito fino a 100 miliardi di euro che il governo utilizzerà per ricapitalizzare il settore bancario del paese.
Ma gli investitori sono rimasti cauti poiché i dettagli del salvataggio sono rimasti poco chiari, con la somma che la Spagna riceverà che deve essere ancora definita, dopo la pubblicazione degli audit indipendenti che saranno pubblicati nel corso di questo mese.
Intanto continua a pesare l’incertezza sul risultato delle elezioni in Grecia questo week end, che potrebbe determinare la permanenza del paese all’interno della zona euro.
Il biglietto verde è rimasto giù contro la sterlina, con GBP/USD in salita dello 0,37% a 1,5527, rispetto al massimo di 1,5582.
Il biglietto verde è rimasto in calo contro lo yen ed il franco svizzero, con USD/JPY in calo dello 0,06% a 79,41, e USD/CHF in calo dello 0,22% a 0,9572.
Inoltre, il biglietto verde è sceso contro le controparti canadesi australiane e neozelandesi, con USD/CAD giù dello 0,09% a 1,0250, AUD/USD in salita dello 0,36% a 0,9951 e NZD/USD in salita dello 0,40% a 0,7734.
Le valute legate alle materie prime si sono scrollate di dosso i dati ufficiali che mostrano che l’inflazione Cinese, la produzione industriale e le vendite al dettaglio hanno deluso le aspettative a maggio, dopo che dei dati sorprendentemente forti sull’importazione hanno allentato i timori di un “atterraggio duro” della seconda economia mondiale.
L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è sceso dello 0,26% a 82,69.
I dati di oggi hanno mostrato che la produzione industriale francese è scesa dello 0,7 ad aprile, mentre il PIL in Italia si è contratto dello 0,8% nel primo trimestre, sottolineando i timori per la crescita altalenante nella zona euro.