NEW YORK (Reuters) - Il dollaro sale rispetto a un paniere di valute dopo che i dati sul Pil hanno mostrato che l'economia degli Stati Uniti è cresciuta al ritmo più veloce in quasi due anni nel terzo trimestre, resistendo ancora ai segnali di recessione che si protraggono dal 2022.
Il Prodotto interno lordo è aumentato a un tasso annualizzato del 4,9% nel periodo luglio-settembre - la crescita più sostenuta dal quarto trimestre 2021 -, come ha detto il Bureau of Economic Analysis del Dipartimento del Commercio nella sua stima anticipata diffusa questo pomeriggio.
Gli economisti intervistati da Reuters avevano previsto un aumento del Pil del 4,3%.
L'indice del biglietto verde, che misura la sua forza rispetto a un paniere di sei tra le principali valute rivali, guadagna lo 0,17% a 106,71, ai massimi da quasi tre settimane.
"Questo rafforza il messaggio che gli Stati Uniti stanno tenendo duro dal punto di vista economico e che anche l'inflazione rimane ancora' ostinata", ha detto Brad Bechtel, responsabile globale di FX presso Jefferies a New York.
I numeri sul Pil fanno seguito ai dati sull'attività economica gia` pubblicati questa settimana, che hanno evidenziato la forza dell'economia statunitense rispetto a quella del Regno Unito e dell'Unione europea.
Nel frattempo, la Banca centrale europea ha lasciato invariati i tassi di interesse, come previsto, interrompendo una striscia senza precedenti di 10 rialzi consecutivi e insistendo sul fatto che qualsiasi discorso di taglio dei tassi sia ancora prematuro.
"La dichiarazione è molto simile a quella di settembre. Ovviamente, hanno dovuto riconoscere il fatto che l'inflazione è scesa, come del resto si aspettavano, ma alla fine stanno ancora cercando di mantenere una sorta di orientamento da falco dicendo che rimane troppo alta", osserva Francesco Pesole, strategist FX presso ING a Londra.
L'euro cala dello 0,21% a 1,0541 dollari.
Lo yen si deprezza intanto fino a toccare un nuovo minimo di un anno a 150,78 per dollaro, non lontano dal minimo di 32 anni a 151,94 segnato nell'ottobre dello scorso anno, che spinse le autorità giapponesi a intervenire sul mercato valutario.
Il ministro delle Finanze giapponese, Shunichi Suzuki (TYO:7269), ha messo in guardia i trader dal vendere nuovamente lo yen, affermando che le autorità stanno tenendo sotto stretta osservazione il mercato. Non ha fatto commenti diretti sul potenziale intervento.
La recente impennata dei tassi d'interesse globali sta aumentando la pressione su Bank of Japan affinché modifichi la sua politica di controllo dei rendimenti dei titoli di stato la prossima settimana.
I bassi rendimenti giapponesi hanno reso la valuta un facile bersaglio per i venditori allo scoperto, mentre l'aumento del divario dei tassi di interesse tra Giappone e Stati Uniti ha portato a una persistente debolezza dello yen.
(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Valentina Consiglio)