MILANO (Reuters) - Al prezzo simbolico di un euro per azione, Bper ha siglato il contratto per l'acquisto dell'intero capitale di Nuova Carife, ultima good bank rimasta invenduta dal Fondo di Risoluzione dopo la cessione a Ubi (MI:UBI) di Banca Marche, CariChieti e Banca Etruria.
Seguendo lo schema tracciato dal gruppo bergamasco, Bper subordina l'acquisizione ad una serie di garanzie e condizioni sospensive tra cui la pressoché completa pulizia degli Npl della banca ferrarese e il perfezionamento dell'aumento di capitale a carico del Fondo di Risoluzione, funzionale al raggiungimento di un patrimonio target di almeno 153 milioni.
A differenze di Ubi, e in considerazione della ridotta dimensione dell'istituto da incorporare, come atteso il gruppo modenese non dovrà effettuare un aumento di capitale. Nel complesso l'operazione ha impatto limitato, stimato in meno di 20 punti base sul CET1 fully loaded, che a fine dicembre era pari 13,27%.
A Piazza Affari l'operazione ha un impatto limitato sul titolo Bper che alle 12 circa segna un rialzo dello 0,6% a 4,5 euro in un mercato in leggero rialzo.
Il patrimonio target che Carife deve avere prima di essere ceduta è calcolato in complessivi 215 milioni dopo i previsti accantonamenti e rettifiche legate alla cessione degli Npl, costi per gli esodi di personale, integrazione delle reti, rischi legali e svalutazione di asset, oltre alle perdite attese 2017.
La cessione degli Npl esistenti a fine 2016 avverrà con un'operazione di cartolarizzazione da effettuarsi prima del closing previsto nel corso del secondo trimestre dell'anno.
Dal prezzo di vendita dei deteriorari dipenderà anche l'ammontare della ricapitalizzazione a carico del Fondo.
La pulizia dei crediti deteriorati di Carife permetterà a Bper di ridurre l'Npl ratio del gruppo di circa 50 punti base.
Bper potrà recedere dal contratto di acquisto se il patrimonio di Carife sarà inferiore di oltre il 5% rispetto al target fissato o se si verificherà un calo degli impieghi e della raccolta di oltre il 20% rispetto a fine 2016.
Il deal prevede inoltre la possbilità che Bper utilizzi le attività fiscali differite (DTA) sulle perdite pregresse di Nuova Carife, subordinatamente al via libera dell'agenzia delle entrate, stimate a oltre 90 milioni, con un meccanismo di profit sharing con il Fondo legato all'effettivo utilizzo.
Sul fronte del personale, anche per effetto delle uscite già previste, l'organico non dovrà superare le 500 unità rispetto alle 908 risorse a fine 2016.
A fine dicembre Carife presentava impieghi, al netto del portafoglio Npl oggetto di cessione, pari a circa 1,6 miliardi, raccolta diretta circa 2 miliardi e indiretta 1,5 miliardi.
La rete di Nuova Carife conta 102 filiali, di cui l'85% in Emilia Romagna. Ed è proprio sulla vicinanza geografica che Bper basa la logica industriale dell'acquisizione.
"L'operazione ha una spiccata valenza industriale e ci consente di aumentare le nostre quote di mercato in una provincia, Ferrara, all'interno della nostra regione storica di influenza, dove la penetrazione risulta inferiore alla media delle altre province", commenta in una nota l'AD di Bper Alessandro Vandelli.
"Inoltre, il rischio di esecuzione dell'operazione è molto ridotto data la vicinanza della provincia di Ferrara a Modena e alle altre zone limitrofe della Romagna e del Veneto dove la presenza del gruppo è più significativa", aggiunge.
In una nota separata la Banca d'Italia sottolinea che "con l'operazione odierna si conclude il processo di vendita delle quattro banche () che erano state poste in risoluzione nel novembre 2015".
(Andrea Mandalà)