Offerta Cyber Monday: Fino al 60% di sconto InvestingProAPPROFITTA DELLO SCONTO

BREAKINGVIEWS - Banca d'Italia ha poco da parlare quando si tratta di bailout

Pubblicato 03.06.2016, 15:41
© Reuters. Bank of Italy Governor Ignazio Visco attends a news conference at the end of the ECB Governing Council meeting in Naples

di Neil Unmack

L'autore è un editorialista di Reuters Breakingviews. Le sue opinioni sono espresse a titolo personale

LONDRA (Reuters) - La Banca d'Italia può parlare di bailout ma solo fino a un certo punto. Il governatore Ignazio Visco afferma che i governi dovrebbero avere un più ampio margine di manovra per salvare le banche. Una posizione sostenibile, o per lo meno lo sarebbe se venisse da altri.

Le parole di Visco arrivano in un momento difficile per l'Italia. I crediti deteriorati ammontano a oltre 300 miliardi di euro e spaventano sia il mercato che il nuovo supervisore unico europeo. Il fallimento di Banca Marche, Pop Etruria, Carife e Carichieti dell'autunno scorso ha generato il panico. La crisi avrebbe potuto essere meno pesante, secondo Visco, se le regole europee fossero state più flessibili consentendo la creazione di una bad bank di Stato o facendo in modo che le perdite non ricadessero sui creditori.

Le regole europee sono davvero troppo rigide? Visco ha ragione quando dice che gli Stati dovrebbero intervenire nei casi in cui le forze di mercato non ce la fanno, e che il denaro pubblico è necessario per evitare risultati peggiori. L'esempio più ovvio è il 'Troubled Asset Relief Programme' statunitense, al culmine della crisi del 2008, in base al quale le banche furono costrette a prendere fondi pubblici - in seguito restituiti - quando il caos del mercato minacciava il collasso. Tuttavia c'è stato un costo: la diffusa sfiducia verso le banche, che pesa ancora oggi sul dibattito politico.

La crisi delle banche italiane appare diversa. Non è la conseguenza del fallimento del mercato. Le banche devono fare i conti con sofferenze che non possono vendere se non a prezzi che richiederebbero altro capitale. Ma questo rispecchia la debole crescita del Paese, le riforme rinviate, e il pessimo sistema fallimentare, con trattative che possono andare avanti diversi anni. I fondi pubblici non avrebbero risolto questo problema, probabilmente ne avrebbero solo ritardato l'iter.

© Reuters. Bank of Italy Governor Ignazio Visco attends a news conference at the end of the ECB Governing Council meeting in Naples

Le regole europee hanno danneggiato gli obbligazionisti retail che avevano investito in titoli subordinati. Tuttavia le autorità di vigilanza italiane erano state ampiamente avvertite: le norme sul cosiddetto bail-in non sono state introdotte da un giorno all'altro. E Bankitalia o Consob avrebbero dovuto fare di più per evitare che risparmiatori poco accorti si trovassero a detenere debito bancario a rischio.

Ci sono pochi casi circoscritti in cui potrebbe essere realmente necessario un bailout. Ma più se ne parlerà più se ne abuserà. E' un tabù che vale la pena di mantenere, e in ogni caso l'Italia è il Paese sbagliato per discutere di maggiore flessibilità.

Ultimi commenti

Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.