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Sterlina al minimo del 2019 nei timori per la Brexit, giù l’aussie

Pubblicato 18.06.2019, 09:30
© Reuters.
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Investing.com - La sterlina si attesta vicino ai livelli minimi dell’anno questo martedì, pesano i nuovi timori per la prospettiva di una Brexit senza accordo, mentre il dollaro australiano è sotto pressione per le crescenti aspettative di un altro taglio dei tassi da parte della banca centrale del paese.

Lo yen e l’euro guadagnano terreno, con gli investitori in attesa dei vertici della Federal Reserve e della Banca del Giappone, nonché della conferenza organizzata dalla Banca Centrale Europea, tutti in programma questa settimana.

“Sebbene le principali valute siano pressoché invariate al momento, se si osservano i movimenti dei mercati nella scorsa settimana, molte monete legate alle materie prime e quelle dei mercati emergenti sono deboli, rispecchiando un diffuso sentimento di avversione al rischio”, spiega Masashi Hashimoto, analista senior di MUFG Bank.

Gli attriti commerciali USA-Cina e l’aumento delle tensioni geopolitiche nello Stretto di Ormuz dopo i recenti attacchi alle petroliere stanno pesando sul sentimento di rischio, aggiunge.

I timori per la Brexit hanno colpito la sterlina, scesa al minimo di cinque mesi e mezzo di 1,2514 nella notte e scambiata a 1,2537 alle 03:21 ET (07:21 GMT).

La sterlina è scesa inoltre al minimo da gennaio contro l’euro, salito a 0,8960, rispetto al minimo di due anni di 0,8456 toccato solo poco più di un mese fa.

L’ex Ministro degli Esteri Boris Johnson è stato incoraggiato ieri nella sua campagna per succedere al Primo Ministro Theresa May, appoggiato da uno dei suoi ex rivali e sostenitori dell’UE Matt Hancock.

E questo ha spaventato i mercati in quanto Johnson, il volto della campagna ufficiale per lasciare l’Unione Europea con il referendum del 2016, ha promesso di effettuare la Brexit con o senza accordo.

La sterlina potrebbe avere un percorso accidentato nei prossimi giorni, con una raffica di potenziali eventi che influiranno sui mercati, tra cui i dati sull’inflazione al consumo e le vendite al dettaglio, attesi rispettivamente per domani e giovedì, e l’annuncio di politica monetaria della Banca di Inghilterra giovedì.

L’aussie, sensibile al rischio, si attesta a 0,6838, poco più del minimo di cinque mesi e mezzo di 0,6833 segnato nella notte in seguito ai verbali del vertice di giugno della Reserve Bank of Australia secondo cui sono probabili ulteriori tagli dei tassi nei prossimi mesi.

La RBA ha tagliato i tassi di interesse all’1,25% all’inizio del mese, il primo taglio in quasi tre anni.

L’aussie è sotto pressione inoltre per i timori di un rallentamento in Cina, con le tensioni commerciali tra USA e Cina che non mostrano segni di allentamento. La Cina è il principale partner per le esportazioni dell’Australia.

L’euro sale dello 0,2% a 1,1238 mentre il dollaro scende contro lo yen a 108,22.

Sul dollaro ha pesato l’indice sulle imprese della Fed di New York che ha rivelato un calo da record questo mese al minimo in oltre due anni e mezzo.

I due giorni di vertice della Fed al via nel corso della giornata cattureranno le luci dei riflettori con i mercati che hanno messo in conto più di due tagli dei tassi da 25 punti base entro la fine dell’anno.

E questo in netto contrasto con le previsioni ufficiali della Fed di marzo, in base alle quali i policymaker avevano annunciato che il prossimo intervento sarebbe stato un aumento.

L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,14% a 96,917, riavvicinandosi al minimo di tre mesi di 96,405 raggiunto all’inizio del mese.

“Con i mercati che ora si aspettano dei tagli dei tassi nel secondo semestre dell’anno, la domanda è come la Fed risponderà a tali prospettive”, afferma Shinichiro Kadota, responsabile senior per le strategie di Barclays.

-- Articolo realizzato con il contributo di Reuters

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