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Turchia verso una nuova crisi della lira sulla scia dell’annullamento del voto

Pubblicato 07.05.2019, 09:14
© Reuters.
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Investing.com - La Turchia si avvia verso una nuova crisi monetaria, con la lira che scivola vicino al minimo in quasi un anno dopo che le autorità elettorali del paese hanno annullato i risultati delle recenti elezioni amministrative per Istanbul.

La decisione ha scatenato immediate proteste in strada nella città più grande della Turchia contro il governo del Presidente Recep Tayyip Erdogan ed ha spinto il dollaro al massimo di 6,1976 lire nei primi scambi di questo martedì. Si tratta del massimo dal settembre scorso, quando l’aumento dei tassi di interesse del dollaro ed il pesante programma di pagamento del debito estero hanno minacciato di far crollare il sistema bancario del paese.

La banca centrale ha dovuto alzare nettamente i tassi di interesse per difendere la lira quella volta e le difficoltà economiche che si trascinano da allora hanno fatto sì che il partito AK di Erdogan perdesse il controllo delle tre principali città della Turchia durante le elezioni di marzo. I suoi oppositori ora lo accusano di usare l’apparato statale per ribaltare il risultato di un’elezione legittima.

La lira è crollata del 2% subito dopo la notizia e di un altro 1,5% da allora. Alle 3 ET (07:00 GMT) la lira si attesta a 6,1707 contro il dollaro, schizzato ora del 16,3% contro la moneta turca quest’anno. E ciò la rende la valuta del G-20 con la performance peggiore, oltre al peso argentino.

“Erdogan, islamista politico, una volta ha detto: “La Democrazia è come un tram: lo si prende e si scende a piacimento”. Oggi lui è sceso da questo tram”, scrive su Twitter Soner Cagaptay, direttore del programma turco del Washington Institute.

Intanto, l’aussie segna una forte ripresa dopo che la Reserve Bank of Australia ha mantenuto il tasso all’1,5%, deludendo chi sperava in un taglio.
L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 97,155, giù dello 0,1%.

Gli investitori non sono ancora sicuri delle conclusioni da trarre dalla decisione degli USA, confermata ieri sera, di applicare altri dazi sulle importazioni cinesi dopo aver accusato il paese di essere venuto meno alle promesse fatte nelle trattative iniziali per risolvere lo scontro commerciale.

“Queste trattative commerciali sono una scatola nera per noi e siamo solo ad un tweet dal caos”, ha riferito a Bloomberg Joerg De Vries-Hippen, direttore informatico delle borse europee di Allianz Global Investors.

Stamane la Cina ha confermato che nonostante tutto il vice premier Liu He parteciperà alle trattative in programma questa settimana negli Stati Uniti.

La sterlina sale tra le notizie secondo cui il Primo Ministro Theresa May sarebbe vicina ad un accordo con il leader Laburista Jeremy Corbyn per far uscire il Regno Unito dall’UE senza la necessità di un secondo referendum. Non è ancora chiaro se l’accordo, in base al quale il Regno Unito dovrebbe far parte di un’unione doganale con l’UE, riuscirà ad ottenere il sostegno necessario dai parlamentari di entrambi i partiti per essere approvato dal Parlamento.

Ciononostante, l’euro nella notte ha superato gli 1,1200 dollari per la prima volta e mantiene la maggior parte dei guadagni, malgrado la nuova serie di dati deludenti sugli ordinativi alle fabbriche in Germania. Alle 3 ET si attesta a 1,1209 dollari.

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