UBS ha aggiornato le previsioni sul dollaro neozelandese (NZD), prevedendo una sottoperformance rispetto alle controparti del G10, compreso il dollaro USA.
Questa revisione fa seguito a un precedente avvertimento emesso il 30 maggio in merito al fatto che la coppia NZDUSD sta pattinando sul ghiaccio sottile a causa di uno squilibrio tra il posizionamento net-long e le prospettive di crescita. UBS aveva allora abbassato le previsioni sul NZDUSD e suggerito una posizione lunga sull'AUDNZD a 1,08, con un obiettivo di 1,15 a 12 mesi.
UBS ha riconosciuto che la Reserve Bank of New Zealand (RBNZ) ha fatto un passo indietro prima del previsto. La recente visita della società in Nuova Zelanda ha rafforzato l'opinione che l'attività economica del Paese sia rallentata, con un impatto significativo della politica monetaria restrittiva sulla domanda interna.
Questa prospettiva è stata sostenuta dalle osservazioni odierne della RBNZ, che ha citato le indagini sulle imprese e sui consumatori, nonché i dati sulla spesa e sul credito che indicano un calo dell'attività.
I dati sull'indice dei prezzi al consumo (CPI) del secondo trimestre, la cui pubblicazione è prevista per il 17 luglio, sono fondamentali. UBS prevede un CPI inferiore alle previsioni della RBNZ, con un aumento trimestrale dello 0,5% e annuale del 3,4%, rispetto alle stime della banca centrale, rispettivamente dello 0,6% e del 3,6%.
In particolare, storicamente la RBNZ non ha richiesto che l'IPC rientrasse nella fascia obiettivo per avviare un ciclo di allentamento. La RBNZ ha ora ammorbidito le sue prospettive, suggerendo un ritorno all'obiettivo dell'IPC nella seconda metà di quest'anno, rispetto alla precedente dichiarazione di maggio che indicava la fine del 2024.
Per quanto riguarda il tasso di liquidità, UBS prevede ora che la RBNZ attuerà il primo taglio di 25 punti base in agosto, rispetto alla previsione iniziale di novembre. Il tasso terminale previsto è del 3,25% entro il quarto trimestre del 2025, in calo rispetto all'attuale 5,5%.
Per quanto riguarda le considerazioni sugli investimenti, UBS mantiene l'opinione che il NZD probabilmente sottoperformerà la maggior parte delle valute del G10 nei prossimi 12 mesi. L'UBS ritiene inoltre che l'AUDNZD salirà a circa 1,15 nello stesso periodo e suggerisce di aggiungere posizioni all'attuale livello di 1,10.
Gli indicatori tecnici del NZD mostrano segni di debolezza, con l'indice di forza relativa (RSI) in calo e il tasso spot che scende nettamente sotto la media mobile a 50 giorni, mentre il momentum rimane neutrale. UBS osserva che un rischio potenziale per le sue previsioni è rappresentato da un aumento inatteso dei dati sull'IPC del secondo trimestre.
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