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Yuan cinese tocca il minimo da 2 anni, si teme recessione

Pubblicato 19.08.2022, 06:34
Aggiornato 19.08.2022, 06:32
© Reuters.

Di Ambar Warrick

Investing.com-- Lo yuan cinese è sceso ai minimi di due anni rispetto al dollaro questo venerdì, tra le preoccupazioni per il rallentamento della crescita nel paese e le dichiarazioni della Federal Reserve che hanno pesato sulle valute asiatiche.

Lo yuan è sceso dello 0,4% a 6,8152 contro il dollaro, il livello più debole dal settembre 2020. Il calo arriva sulla scia di una serie di deboli dati economici.

A pesare sui mercati cinesi anche i timori per l’escalation delle tensioni tra Stati Uniti e Cina, ora che Washington e Taiwan iniziano i negoziati per un accordo commerciale.

Lo yuan e la maggior parte delle altre valute asiatiche sono andate sotto pressione dopo le dichiarazioni di diversi funzionari della Fed che hanno rafforzato il dollaro e intaccato la propensione al rischio.

La maggior parte delle principali valute asiatiche è scesa tra lo 0,1% e lo 0,5%.

I membri della Fed James Bullard e Mary Daly hanno entrambi affermato che la banca centrale potrebbe alzare i tassi di interesse fino a 75 punti base a settembre, dato che l’inflazione è rimasta vicina ai massimi di 40 anni, nonostante un leggero calo a luglio.

I tassi d’interesse in aumento negli Stati Uniti hanno intaccato pesantemente le valute asiatiche quest’anno, dato che riducono il differenziale tra i rendimenti a rischio e quelli a basso rischio. Ciò spinge i capitali ad abbandonare i mercati asiatici più rischiosi e a puntare su titoli più sicuri come il dollaro e i Treasury americani.

L’indice del dollaro è salito dello 0,2% questo venerdì e si avvia a chiudere la settimana con un rialzo del 2%.

Lo yen giapponese è sceso dello 0,4% rispetto al dollaro, dopo i dati che hanno mostrato che l’inflazione è salita a luglio a un massimo di oltre sette anni. Nonostante l’aumento delle pressioni sui prezzi, la Banca del Giappone ha dichiarato di non avere in programma di ridurre la politica monetaria ultra-allentata quest’anno.

Questo contrasta con il percorso di inasprimento adottato dalla maggior parte delle banche centrali quest’anno.

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