CITTÀ DEL VATICANO (Reuters) - La benedizione del patriarca di Mosca Kirill all'invasione russa dell'Ucraina ha creato una frattura nella Chiesa ortodossa e scatenato una ribellione interna che gli esperti definiscono "senza precedenti".
Il settantacinquenne patriarca Kirill, la massima autorità della Chiesa ortodossa russa e uno stretto alleato del presidente Vladimir Putin, vede la guerra come una difesa contro un Occidente visto come moralmente decadente, in particolare a causa dell'accettazione dell'omosessualità.
Putin e il patriarca condividono un'identica visione del "Russkij Mir" o "mondo russo", in cui si connette l'unità spirituale con l'espansione territoriale in alcune regioni dell'ex Unione Sovietica, secondo gli esperti.
Quella che, agli occhi di Putin è una restaurazione politica, per Kirill è una crociata.
Ma le posizioni del patriarca hanno generato dure reazioni tanto in patria, quanto nelle Chiese ortodosse all'estero che rispondono al patriarcato di Mosca.
In Russia, quasi 300 membri di un gruppo noto come Preti russi per la pace, ha firmato una lettera in cui si condannano "gli orrori omicidi" portati avanti in Ucraina.
"Il popolo ucraino dovrebbe poter compiere le proprie scelte autonomamente e non sotto la minaccia dei fucili, senza pressione nè da Occidente nè da Oriente", si legge nella lettera, in cui si fa riferimento ai milioni di ucraini ora divisi tra Mosca e Kiev.
La Russia ha definito le proprie azioni in Ucraina come "un'operazione speciale", che secondo il Cremlino non è pensata per occupare il territorio ucraino, ma per distruggere le capacità militari dell'ex repubblica sovietica e per assicurare la cattura di quelli che Mosca ritiene dei pericolosi nazionalisti.
Reuters ha inviato una richiesta di commento all'ufficio del patriarca Kirill.
I fedeli ortodossi nel mondo sono 260 milioni, di cui 100 milioni sono parte della chiesa ortodossa russa, o di una delle chiese che risponde all'autorità di Mosca. Ma la guerra ha reso queste relazioni più complesse.
NESSUNA PREGHIERA PER IL PATRIARCA
Ad Amsterdam, la guerra ha convinto i pope della chiesa ortodossa di San Nicola a non commemorare Kirill durante la messa.
Un vescovo russo in Europa occidentale si è recato in visita per cercare di convincerli a cambiare idea, ma la chiesa ha tagliato i propri legami con il patriarcato moscovita in una "decisione molto difficile [presa] con grande pena nei nostri cuori".
"Semplicemente, Kirill ha gettato discredito sulla Chiesa", ha detto il reverendo Taras Khomych, docente di teologia alla Hope University di Liverpool e membro della Chiesa greco cattolica ucraina, una chiesa cattolica di rito orientale. "Molte persone vorrebbero esprimersi in Russia, ma hanno paura", ha detto Khomych durante un'intervista telefonica con Reuters.
Ci sono circa 30 milioni di fedeli ortodossi in Ucraina, divisi tra la Chiesa ortodossa ucraina di obbedienza moscovita, ed altre due chiese ortodosse, una delle quali è la Chiesa ortodossa ucraina autocefala, termine con cui nel mondo ortodosso si indica una chiesa indipendente.
L'Ucraina ha un ruolo essenziale nella chiesa ortodossa russa, essendo il territorio dove nacque e si sviluppò la Rus' di Kiev, uno Stato slavo medioevale visto come l'origine della cultura russa e ucraina, il cui principe pagano Vladimir (o Volodymyr) fu convertito al cristianesimo nel X secolo da dei missionari bizantini.
Il metropolita di Kiev Onufry Berezovsky, della Chiesa di obbedienza moscovita, ha fatto appello a Putin per "una fine immediata alla guerra fratricida", mentre un altro metropolita della Chiesa ortodossa che fa capo a Mosca, Evlogy, della città orientale di Sumy, ha ordinato ai pope di smettere di pregare per Kirill.
Kirill, che ritiene l'Ucraina parte indivisibile della propria giurisdizione spirituale, aveva già tagliato i propri legami con il patriarca ecumenico Bartolomeo di Costantinopoli, un primo tra pari nel mondo ortodosso, che nel 2018 aveva riconosciuto l'autocefalia della Chiesa ucraina.
"Alcune Chiese sono talmente seccate con Kirill a causa della sua posizione sulla guerra che stiamo vedendo un vero e proprio sconvolgimento del mondo ortodosso", ha detto a Reuters Tamara Grdzelidze, che insegna studi religiosi alla Ilia State University in Georgia ed è stata ambasciatrice georgiana presso la Santa Sede.
In un comunicato congiunto, teologi ortodossi di istituzioni come l'Orthodox Christian Studies Center della Fordham University di new York, e la Volos Academy for Theological Studies in Grecia, hanno condannato quei leader ecclesiastici "che invitano le proprie comunità a pregare in modi che incoraggiano attivamente l'ostilità".
Tra i leader ortodossi che hanno parlato in maniera critica della guerra ci sono il patriarca greco di Alessandria e di tutta l'Africa Teodoro II, il patriarca Daniel di Romania e l'arcivescovo Leo di Finlandia.
(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Gianluca Semeraro)