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Azioni, obbligazioni e valute: le previsioni di Pictet AM sul 2024 dei mercati

Pubblicato 03.01.2024, 14:45
Aggiornato 03.01.2024, 14:45
© Reuters

Investing.com – Prospettive positive per il debito sovrano dei mercati sviluppati dopo il raggiungimento del picco dei tassi d’interesse e opportunità interessanti dai titoli di qualità, con alla porta il rischio di un’eccessiva stretta monetaria da un lato e l’arresto del processo disinflattivo dall’altro. È questo il 2024 che aspetta i mercati secondo le previsioni di Pictet AM.

Interruzione dell'eccezionalismo statunitense

Secondo gli analisti finanziari quest’anno la crescita economica rallenterà. Lo stesso farà l'inflazione, ma non tanto quanto sperato. “I rendimenti azionari saranno meno brillanti, ma le obbligazioni faranno meglio”, aggiungono gli esperti. “Lo status degli Stati Uniti come prima potenza sui mercati azionari globali si attenuerà, mentre, per una volta, le azioni europee sorprenderanno in positivo”.

Allo stesso tempo, “le economie dei mercati emergenti (ME) supereranno quelle dei Paesi sviluppati, sebbene i punti interrogativi sull'economia cinese ci facciano preferire, nell'ambito dei ME, le obbligazioni alle azioni”, rivelano gli esperti.

Per quanto riguarda il rischio geopolitico, poi, secondo Pictet AM è poco probabile che diminuisca in modo significativo, “visto che i Paesi emergenti saranno responsabili per la metà delle elezioni che si terranno durante l'anno, il che probabilmente comporterà un leggero aumento della volatilità di mercato”.

Complessivamente, proseguono, “il 2024 non sarà un anno eccezionale per gli investitori. Allo stesso tempo, però, ci aspettiamo che la stretta correlazione tra le asset class che ha caratterizzato i mercati negli ultimi anni, in cui azioni e obbligazioni si sono mosse di pari passo, si attenui. Ciò dovrebbe consentire ai portafogli bilanciati di mostrare una migliore diversificazione”.

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Tra stagnazione e tassi d’interesse

Insomma, secondo l’asset manager il contesto economico non è particolarmente promettente: “Crescita stagnante nelle economie sviluppate, disoccupazione in aumento e inflazione che si rifiuta ostinatamente di tornare ai target delle banche centrali saranno caratteristiche salienti del panorama degli investimenti”.

Nel dettaglio, gli analisti prevedono “una flessione dell'inflazione nelle economie sviluppate al 3,0% per il 2024 (dal 4,7% del 2023), con le banche centrali “ancora provate dal non essere riuscite a evitare che l'inflazione finisse fuori controllo” e quindi restie a lanciarsi in un ciclo di allentamento molto accomodante, almeno fino a quando “il livello dei prezzi rimarrà superiore al target”.

Detto questo, per Pictet AM la Bank of England sarà la prima delle grandi banche centrali a tagliare i tassi. La minaccia di una recessione potrebbe significare che l'istituto inizierà a tagliare già a maggio. “Ci aspettiamo che la Federal Reserve statunitense sarà più cauta nel dare inizio ai tagli rispetto a quanto atteso al momento dal mercato, ma prevediamo ancora due tagli nella seconda metà dell'anno e lo stesso per la Banca Centrale Europea”, sottolinea il gestore, convinto che le maggiori economie mondiali possano evitare la recessione.

Mercato azionario in difficoltà

Per quanto riguarda il mercato azionario, secondo Pictet AM, “Il rallentamento della crescita economica nominale nei Paesi sviluppati farà rallentare anche quella degli utili societari, in particolare nel primo semestre”. Ma anche in caso di un eventuale rimbalzo nel corso dell'anno, gli strateghi prevedono “rendimenti azionari globali intorno al 5% per il 2024, in calo dalla doppia cifra del 2023”.

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Gli strateghi rivelano poi di prediligere un approccio quality e di avere una preferenza verso i value, “visto il premio non giustificato richiesto dai titoli growth” e ritengono le aspettative degli analisti relative alla crescita “troppo ottimistiche”. Tra azioni Usa e Ue, inoltre, Pictet Am vede meglio le seconde, dal momento che nel Vecchio Continente “le aspettative sugli utili sono molto più contenute e lasciano meno spazio a delusioni”.

Meglio le obbligazioni

Guardando al debito, invece, “le obbligazioni dovrebbero beneficiare di un calo dell'inflazione e di un inizio del ciclo di allentamento delle banche centrali”. Così Pictet AM prevede che “i rendimenti obbligazionari globali scendano di circa 50 punti base, il che dovrebbe offrire agli investitori un total return del 7% rispetto a quello di quest'anno, pari praticamente a zero”.

Titoli di Stato

Gli analisti sono convinti che stia arrivando la fine di quello che alcuni hanno definito il più grande mercato obbligazionario ribassista di tutti i tempi, “poiché le prospettive per i mercati obbligazionari sia sviluppati che emergenti si vanno finalmente rischiarando. È probabile – argomentano - che, in quest’anno, i mercati globali del reddito fisso producano utili superiori alla media, grazie a un reddito da cedole più elevato, alla debolezza della crescita nominale dell'economia globale e a un graduale allontanamento dalle politiche aggressive di stretta monetaria delle banche centrali”.

Snocciolando i numeri, Pictet AM ritiene probabile che i rendimenti dei titoli di Stato nelle principali economie diminuiscano mediamente di circa 50 punti base. “Prevediamo che i rendimenti dei Treasury USA di riferimento a 10 anni termineranno l'anno al 4%, il che dovrebbe portare il total return delle obbligazioni globali (misurato sull'indice JP Morgan (NYSE:JPM) Global Aggregate Bond) a circa il 7% nel 2024”.

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Insomma, per gli economisti, “Dall'Italia agli Stati Uniti, dal Regno Unito al Canada, nel prossimo anno gli investitori in titoli di Stato delle economie sviluppate possono assicurarsi ritorni di capitale interessanti post inflazione”.

Mercato dei cambi: il declino del dollaro

Per quanto riguarda i mercati dei cambi, gli esperti sono convinti che “il dollaro comincerà un periodo di declino lento ma prolungato. Il vantaggio di rendimento della valuta rispetto alle controparti dei mercati sviluppati scomparirà di pari passo con la discesa della crescita del PIL statunitense al di sotto di quella della maggior parte delle altre economie sviluppate nel corso del 2024.

In particolare, le previsioni del gestore danno un calo del dollaro di almeno il 5% rispetto al paniere delle principali valute di riferimento. Lo yen, invece, “dovrebbe trarre il massimo vantaggio dalla debolezza del dollaro. Il suo tasso di cambio effettivo reale è inferiore di oltre il 20% alla sua media decennale, mentre, sulla base della parità del potere d'acquisto, la valuta giapponese è inferiore di circa il 40% al suo fair value.

Il calo dei differenziali di rendimento USA-Giappone a favore dello yen dovrebbe contribuire a ridurre questo divario di valutazione nel prossimo anno”.

Per Pictet AM, poi, anche l'attrattiva degli investimenti nell'oro è in crescita. “Il calo dei tassi reali statunitensi e l'indebolimento del dollaro – osservano dalla casa di gestione - dovrebbero essere favorevoli al metallo prezioso, sebbene la sua valutazione non sia più così interessante dopo il rialzo di quasi il 10% del 2023, soprattutto a seguito del conflitto tra Israele e Hamas”.

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I rischi lungo il percorso

Ciò che secondo gli analisti non mancherà nel 2024 dei mercati sono gli ostacoli lungo il percorso. “Sarebbe imprudente ignorare i rischi di coda dello scenario che abbiamo definito”, avvertono. “Esiste una probabilità significativa che, nella bramosia di riportare l'inflazione al target, le banche centrali esagerino con la stretta di politica monetaria, facendo scattare una recessione, un rischio che stimiamo al 25%”.

In alternativa, per gli esperti la probabilità di stagflazione (nuova accelerazione dell'inflazione anche con un rallentamento dell'economia) è pari al 15%, “soprattutto in caso di uno shock energetico innescato da eventi globali”.

E poi ci sono i rischi geopolitici. “Le criticità regionali vanno moltiplicandosi”, osservano. “Non si intravedono segni di soluzione nella guerra Russia-Ucraina. Il conflitto tra Israele e Hamas a Gaza minaccia di allargarsi”.

In breve, concludono dalla strategy unit di Pictet AM “il 2024 sarà per gli investitori un anno positivo per tornare a concentrarsi sui fondamentali nazionali e settoriali, adottare un approccio scrupoloso, concentrarsi su titoli e crediti di qualità, sovrappesando le obbligazioni sovrane”.

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