ROMA (Reuters) - A partire dal gennaio 2017, con una sperimentazione di due anni, i lavoratori che abbiano compiuto almeno 63 anni di età potranno chiedere di accedere alla pensione, in anticipo dunque di 3 anni e 7 mesi. L'accesso all'Ape (anticipo pensionistico) sarà valido per tutti i lavoratori, dipendenti privati, pubblici, partite Iva.
E' quanto è emerso dall'incontro di oggi tra i sindacati e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, sulle misure in materia previdenziale da introdurre nella prossima legge di Bilancio per smussare alcuni effetti della riforma Fornero.
Per i disoccupati di lungo corso con una pensione di 1.500 euro lordi mensili l'anticipo sarà gratuito. Per le altre categorie di lavoratori l'interesse da versare alle banche sarà intorno al 5-6% annuo, ha riferito al termine dell'incontro il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti.
Nannicini, per parte sua, ha successivamente confermato che l'accesso all'Ape sarà a 63 anni e ha aggiunto che "entro fine mese ci sarà la chiusura del confronto".
RICONGIUNZIONI CONTRIBUTE "NON ONEROSE"
Il governo, sempre secondo i sindacati, ha anche annunciato che le ricongiunzioni dei contributi non saranno onerose e che ci saranno maglie più larghe per le attività usuranti, facendo rientrare categorie come edilizia, maestre d'asilo e infermieri.
Per sostenere i pensionati meno abbienti il governo pensa di assegnare un bonus, sotto forma di quattordicesima, per coloro che abbiano un reddito mensile entro i 1.000 euro mensili.
Ci sarà poi la equiparazione della no-tax area dei pensionati a quella dei dipendenti.
Si discute ancora sui lavoratori precoci, coloro che hanno iniziato l'attività prima dei 18 anni. Per i sindacati l'accesso alla pensione dovrebbe arrivare dopo 41 anni di contributi versati ma si tratta ancora con l'esecutivo.
Nannicini, riferisce Proietti, non ha parlato di cifre ma, secondo i sindacati, il governo ragiona sui 2 miliardi mentre per le organizzazioni dei lavoratori la dotazione dovrebbe essere di almeno 2,5 miliardi.
La puntata conclusiva dovrebbe essere il 21 settembre con il tavolo 'politico' alla presenza anche del ministro del Welfare, Giuliano Poletti, e dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil.
(Francesca Piscioneri)