PARIGI (Reuters) - Anche la Francia, dopo la Germania, chiede di porre fine ai negoziati in corso sulla partnership commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti (Ttip) per rivedere completamente l'accordo.
Lo ha detto oggi il ministro del Commercio, Matthias Fekl parlando ai microfoni di Rmc, aggiungendo che presenterà formalmente la richiesta al prossimo vertice dei ministri che si terrà a fine settembre a Bratislava.
L'Italia invece, per bocca del ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, chiede di andare avanti.
Domenica scorsa il ministro tedesco dell'Economia, Sigmar Gabriel, aveva detto che i negoziati sono praticamente falliti, dopo che l'Europa ha rifiutato alcune proposte americane. Ma Michael Forman, portavoce della Rappresentanza commerciale Usa, ha detto invece che le trattative sul Ttip stanno segnando progressi, scrive oggi il settimanale tedesco Der Spiegel.
"Quello che chiede la Francia è la semplice e definitiva conclusione dei negoziati", ha detto il francese Fekl. "Perché sono stati avviati in modo opaco. Occorre mettere un punto netto e chiaro per poter poi riprendere le discussioni su buone basi".
Tre anni di negoziati non sembrano essere riusciti a risolvere le numerose differenze tra Ue e Usa, comprese quelle su temi come la sicurezza alimentare e ambientale, anche se il negoziatore americano ha insistito sui progressi in corso.
La Casa Bianca ha detto nei giorni scorsi che punta d arrivare a un'intesa entro la fine dell'anno. E anche la Commissione Europea resta ufficialmente impegnata a raggiungere l'accordo.
"Ormai è difficile chiudere nei prossimi mesi, ma dobbiamo andare avanti. Per l'Italia questo accordo è essenziale. Gli Usa sono il mercato a più alto potenziale di sviluppo per il nostro export", ha detto il ministro Calenda in un'intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera.
Secondo i suoi sostenitori, il Ttip (Partnership transatlantica per il commercio e l'investimento) vale oltre 100 miliardi di dollari, mentre i critici dicono il trattato dà troppo potere alle multinazionali a spese di consumatori e lavoratori.
(Sophie Louet)