MILANO (Reuters) - L'Autorità Antitrust ha erogato una sanzione di oltre 5 milioni di euro a Enel (BIT:ENEI) e alle agenzie partner per pratiche ingannevoli nella vendita di servizi energetici.
E' quanto si legge in un comunicato.
Secondo l'Autorità, le società fornivano indebitamente a operatori di call center liste di clienti appartenenti al mercato tutelato e utilizzavano una segreteria telefonica automatizzata per promuovere le offerte commerciali di Enel. Nel dettaglio, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato a Enel Energia una sanzione amministrativa pari a 3,5 milioni di euro, a Conseed e Seed, in solido, una sanzione amministrativa pari a 1 milione, a Zetagroup una sanzione amministrativa pari a 280.000 euro, a New Working, Run e Sofir, rispettivamente, una sanzione amministrativa pari a 100.000 euro.
In una nota il gruppo elettrico, che annuncia un possibile ricorso al Tar, precisa che il procedimento era stato avviato nei confronti di proprie agenzie partner e poi esteso alla società.
"Nel corso del procedimento non sono state purtroppo valorizzate le azioni adottate dalla società, quali le innumerevoli denunce presentate all’Autorità Giudiziaria e le rilevanti sanzioni contrattuali applicate, per contrastare il fenomeno delle pratiche scorrette poste in essere da operatori che agiscono o spacciandosi per Enel o, in un numero limitato di casi, contravvenendo alle rigide regole di condotta imposte dalla società", si legge nel comunicato. Inoltre, sottolinea ancora la nota, "Enel Energia si vede quindi sanzionata per fatti posti in essere da soggetti terzi nell'ambito della propria autonomia imprenditoriale e senza alcuna prova di una corresponsabilità diretta".
La società evidenzia, da una parte, di non trarre alcun vantaggio da tali comportamenti scorretti, ma solo rilevanti pregiudizi economici e reputazionali e, dall'altra parte, che non dispone di poteri ispettivi e di controllo verso soggetti terzi, di cui può invece avvalersi l'Autorità.
Enel Energia "si riserva ogni azione a propria tutela, confidando di poter dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati e la piena legittimità e correttezza del proprio operato dinanzi al Tar", conclude la nota.
(Giancarlo Navach, editing Sabina Suzzi)