Nonostante i recenti miglioramenti del tasso di inflazione e della performance economica complessiva, gli analisti di Yardeni Research sconsigliano una riduzione dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve nell'anno in corso. I dati sulla spesa personale del mese di maggio suggeriscono che il tasso d'inflazione raggiungerà probabilmente l'obiettivo della Federal Reserve del 2,0% entro la fine di quest'anno.
Inoltre, il livello degli acquisti dei consumatori continua ad essere forte, il che corrisponde ad una previsione ottimistica per l'economia. Lo studio afferma: "La diminuzione del tasso d'inflazione e la solidità dell'economia sono motivi per non abbassare il tasso d'interesse della Federal Reserve quest'anno".
Secondo lo studio, anche le strategie finanziarie dell'attuale governo supportano la decisione di mantenere invariati i tassi di interesse. Si osserva che il deficit di bilancio nazionale è pari al 6,7% del Prodotto Interno Lordo del Paese, la percentuale più alta registrata in un periodo di crescita economica, mentre il tasso di disoccupazione è rimasto sotto il 4,0% per 30 mesi consecutivi.
Inoltre, lo studio suggerisce che questa spesa pubblica potrebbe portare a un aumento dell'attività economica e a un incremento dell'inflazione se i tassi di interesse venissero ridotti. La Federal Reserve sta contrastando gli effetti della spesa pubblica che potrebbe portare a un aumento dell'attività economica e dell'inflazione se i tassi di interesse non venissero mantenuti ai livelli attuali".
Gli analisti sottolineano anche gli indicatori del mercato del lavoro e della crescita economica come ragioni per mantenere i tassi di interesse al loro livello. Spiegano che il modello GDPNow della Federal Reserve di Atlanta prevede una crescita del 2,2% del prodotto interno lordo reale per il secondo trimestre, in linea con la crescita registrata nell'anno precedente, e che la forte performance dei settori dei servizi e dell'alta tecnologia rende l'economia meno influenzata da un aumento dei tassi di interesse.
Infine, lo studio sottolinea che le potenziali reazioni dei mercati finanziari alla riduzione dei tassi di interesse sono notevoli. La società mette in guardia: "Una diminuzione proattiva dei tassi d'interesse potrebbe portare a un aumento eccessivo del valore delle società tecnologiche e a un'impennata rapida e insostenibile del mercato azionario, simile a quella verificatasi alla fine degli anni '90".
Con un'economia solida, un'inflazione in calo e un mercato del lavoro consistente, lo studio conclude che la Federal Reserve dovrebbe mantenere il tasso dei fondi federali al livello attuale per il resto dell'anno.
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