ROMA (Reuters) - Il ministro dello Sport Luca Lotti, colpito da una mozione di sfiducia del Movimento 5 Stelle per il suo coinvolgimento nell'inchiesta Consip, si è difeso oggi in aula al Senato affermando di non aver mai parlato dell'indagine con il numero uno di Consip Luigi Marroni.
"La mozione di sfiducia mette in discussione la mia moralità, prima ancora del mio ruolo politico", ha detto Lotti, indagato dalla Procura di Roma per rivelazione di segreto d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti Consip, la centrale per l'acquisto di beni e servizi per l'amministrazione pubblica.
"Mi rivolgo ai senatori per respingere questo tentativo. I fatti sono chiari. Io non ho mai passato informazioni riservate a Marroni. Sostenere il contrario significa incorrere nel reato di calunnia", ha aggiunto il ministro che è uno dei politici più vicini all'ex presidente del Consiglio ed ex segretario del Pd Matteo Renzi.
L'indagine, partita dalla Procura di Napoli e poi trasferita a quella di Roma per competenza, riguarda in particolare un appalto del 2014 per un valore complessivo di 2,7 miliardi di euro. I magistrati indagano su una presunta mazzetta da 100.000 euro che sarebbe andata a un dirigente Consip.
Nell'inchiesta è indagato tra gli altri anche Tiziano Renzi, padre dell'ex premier.
I senatori si apprestano a votare la mozione di sfiducia contro Lotti in serata.
La maggioranza che sostiene il governo Gentiloni ha margini stretti a Palazzo Madama.
Il Movimento democratici e progressisti, nato recentemente da una scissione del Pd e che conta 14 senatori, appoggia l'esecutivo ma ha scelto di uscire dall'aula.
Tuttavia, poiché la maggioranza si conta sui votanti e non sugli aventi diritto, Lotti non dovrebbe avere difficoltà ad uscire indenne dal voto.