MILANO (Reuters) - Il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, parla espressamente di possibile acquisizione della rete Telecom Italia (MI:TLIT) (Tim) da parte di Open Fiber o dei suoi azionisti, Enel (MI:ENEI) e Cassa Depositi e Prestiti.
Si tratta del primo passo in questa direzione dopo che Arnaud De Puyfontaine, presidente e AD ad interim della società telefonica, oltre che AD del suo primo socio Vivendi (PA:VIV), nei giorni scorsi, ha aperto per la prima volta dopo anni a una possibile cessione della rete.
La valutazione può oscillare in un range piuttosto ampio, a seconda della durata del rame, che può essere potenziato con diverse tecnologie, ma la stima media si colloca a 13-14 miliardi di euro.
Non è però necessario un esborso di questa entità per far passare la proprietà della rete.
Un eventuale scorporo per una cessione potrà essere fatto attribuendo alla società della rete una quota consistente del debito di Tim, che a fine marzo 2017 era pari a 36,4 miliardi (lordo) o 25,9 miliardi (netto).
Il passaggio potrebbe avvenire senza passaggio di liquidità, se alla newco della rete venisse attribuito debito uguale alla sua valorizzazione.
Ci sono poi diverse possibilità intermedie, quali la separazione societaria e la vendita di solo una quota a Cdp o a Enel, lasciando però la governance in mano al socio pubblico al fine di rispettare il modello di business che prevede una rete autonoma che venga offerta in affitto a parità di condizioni a tutti gli operatori interessati.
La quotazione in borsa potrebbe portare alla realizzazione di una società con una presenza significativa di piccoli azionisti con Cdp che detiene una quota di controllo e Tim che resta nel capitale.
Si tratta comunque di ipotesi di scuola che devono essere valutate alla prova dei fatti.
Il vincolo per Tim è quello di mantenere un equilibrio tra asset riferibili al gruppo e debito per tutelare il rating.
Per alcuni anni si è discusso della possibile acquisizione da parte di Tim e Cdp di Metroweb, società che poteva diventare il veicolo di una jv pubblico privato per la rete Ngn.
Ma Telecom, con l'AD Marco Patuano, aveva dimostrato di non aver nessuna intenzione di cedere la rete e le trattative nel 2015 si sono chiuse.
Metroweb è stata acquistata da Enel e successivamente fusa in Open Fiber.
ATTESE PER RISPOSTA VIVENDI SU CONTROLLO TIM
L'azionista francese deve intanto rispondere a una richiesta di informazioni da parte della Consob in materia di controllo di Tim, mentre il governo ha iniziato una valutazione per stabilire se ci sono gli estremi per l'utilizzo del golden power.
Vivendi nella sua ultima relazione trimestrale, che risale all'11 maggio, e in quelle precedenti ha catalogato la partecipazione in Tim, "quota non di controllo", affermando che il gruppo esercita un influenza dominante sul gruppo.
L'assemblea Tim del 4 maggio ha votato la lista di maggioranza di Vivendi per la nomina del cda. L'antitrust dell'Unione europea ha dato il via libera al controllo di Tim condizionato alla cessione di Persidera a fine maggio.
La nozione di controllo, che é legata alla posizione del gruppo nell'assemblea dei soci, comporterebbe per Vivendi l'obbligo di consolidare i conti Tim e quindi il suo debito.
Considerato che si tratta di una società di diritto francese, la competenza è però dell'autorità di borsa del Paese, Amf, con la quale Consob si interfaccia.
Per quanto riguarda il golden power, il governo ha poteri speciali sugli assetti societari nei settori strategici, tra cui quello delle comunicazioni e avrebbe la facoltà di multare Vivendi se fosse mancata la notifica di "qualsiasi delibera, atto o operazione" che abbia per effetto "modifiche della titolarità, del controllo o della disponibilità" degli attivi strategici o il cambiamento della loro destinazione.
Non è stato possibile avere un commento da Telecom Italia, Enel, Cassa Depositi e Prestiti, Vivendi.
(Stefano Rebaudo)