Investing.com - Il dollaro scende contro le altre principali valute questo venerdì, cancellando i guadagni segnati sulla scia dei dati statunitensi positivi della seduta precedente, mentre gli investitori restano cauti in vista dell’attesissimo report sull’inflazione USA previsto nel corso della giornata.
Il biglietto verde si è rafforzato quando i dati del Dipartimento per il Lavoro hanno rivelato che le nuove richieste di sussidio di disoccupazione sono diminuite più del previsto registrando 243.000 unità la scorsa settimana.
In un secondo report si legge che i prezzi alla produzione sono saliti dello 0,4% a settembre, in linea con le aspettative. I prezzi alla produzione core, che escludono alimenti ed energia, sono aumentati dello 0,4%, più dello 0,2% previsto.
I dati hanno seguito di un giorno i verbali del vertice di politica monetaria di settembre della Federal Reserve da cui è emerso che i policymaker restano divisi in merito all’inflazione.
Infatti, secondo molti membri un ulteriore inasprimento dipenderà dai prossimi dati sull’inflazione. Tuttavia, la maggior parte dei membri della Fed ha dichiarato che un altro aumento dei tassi “sarà probabilmente garantito” quest’anno.
Gli operatori dei mercati aspettano ora gli attesissimi dati sull’indice dei prezzi al consumo USA che saranno pubblicati in giornata.
La coppia EUR/USD sale dello 0,10% a 1,1844, mentre il cambio GBP/USD è in salita dello 0,09% a 1,3274.
La sterlina resta sotto pressione in seguito alle parole di ieri del responsabile per le trattative per l’Unione Europea Michel Barnier, secondo cui le trattative sulla Brexit sono in un punto di “impasse”.
L’euro resta supportato, con la Catalogna che si è fermata ad un passo dal dichiarare formalmente l’indipendenza dalla Spagna questa settimana.
Tuttavia, il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha ribadito ieri in un discorso che gli acquisti di asset della BCE continueranno fino a quando i funzionari non vedranno un solido miglioramento delle prospettive per l’inflazione.
Draghi ha aggiunto che i tassi di interesse resteranno ai livelli attuali “ben oltre” la fine degli acquisti di asset della banca centrale.
Il cambio USD/JPY scende dello 0,19% a 112,09 e la coppia USD/CHF è stabile a 0,9752.
Il dollaro australiano e quello neozelandese sono in salita, con la coppia AUD/USD su dello 0,22% a 0,7837 ed il cambio NZD/USD in salita dello 0,13% a 0,7135 dopo i dati che hanno mostrato che le importazioni cinesi sono schizzate del 18,7% il mese scorso, superando le attese, mentre le esportazioni sono aumentate meno del previsto, salendo dell’8,1%.
La Cina è il principale partner delle esportazioni per l’Australia ed il secondo per la Nuova Zelanda.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,14% a 92,81 alle 02:20 ET (06:20 GMT), riavvicinandosi al minimo di due settimane della seduta precedente di 92,64.