BRUXELLES (Reuters) - La Commissione Europea ha ordinato oggi al governo italiano di recuperare circa 84 milioni di euro concessi nel 2015 con due diversi prestiti a Ilva, perché rappresentano aiuti di Stato illegali.
Lo dice una nota diffusa oggi da Bruxelles, secondo cui i prestiti hanno dato al più grande gruppo siderurgico italiano, dal marzo 2015 in amministrazione straordinaria, "un vantaggio indebito".
La decisione, dice la stessa commissione, non interferisce comunque "con l'attuazione delle misure ambientali essenziali per porre rimedio all'inquinamento del sito" di Taranto. Anzi, nella nota la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager ha invitato l'Italia a procedere "senza ritardi" negli interventi di risanamento.
L'antitrust europeo aveva avviato l'indagine nel gennaio 2016, sulla base di quattro denunce ricevute tra il 2014 e il 2015, relativamente a cinque diverse misure di sostegno decise dal governo italiano. Solo due però sono state censurate da Bruxelles: una garanzia statale su un prestito di 400 milioni e un prestito pubblico di 300 milioni, utilizzati per finanziare la liquidità di Ilva e non per le bonifiche ambientali.
"Entrambe le misure sono state concesse a condizioni più favorevoli rispetto alle condizioni di mercato e hanno avvantaggiato l'Ilva rispetto agli altri produttori di acciaio dell'UE, che devono finanziare a proprie spese le operazioni correnti e gli interventi di ristrutturazione", dice la Commissione.
La somma di 84 milioni che Ilva (l'attuale amministrazione, non i nuovi acquirenti) ora deve rimborsare corrisponde alla differenza tra condizioni finanziarie di prestito e garanzie e le condizioni prevalenti di mercato.
Commentando la decisione, il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha espresso "grande soddisfazione" perché, ha spiegato, le misure contestate da Bruxelles riguardano "84 milioni su un valore di oltre due miliardi del totale delle misure investigate".
Nel frattempo, prosegue l'indagine di Bruxelles sulla possibile infrazione delle norme ambientali Ue per l'inquinamento prodotto da Ilva a Taranto e quella sull'acquisto della società da parte del consorzio AmInvestCo, guidato da ArcelorMittal. Per questo secondo dossier, il giudizio Ue è atteso entro fine maggio.
Secondo la commissaria Vestager, comunque, "la migliore garanzia di sostenibilità futura della produzione siderurgica dell'area di Taranto consiste nella cessione degli attivi dell'Ilva a condizioni di mercato... se l'Ilva viene gestita oculatamente, il suo futuro è sostenibile".