14 luglio (Reuters) - I mercati dell'area Asia-Pacifico sono misti, con alcune piazze in rialzo spinte dalla speranza che l'accordo sulla Grecia ponga fine alla crisi del debito, anche se permane la cautela.
A smorzare i rialzi i mercati cinesi, colpiti da vendite tra le blue chip nonostante il rimbalzo delle small cap, con centinaia di società hanno ripreso le contrattazioni dopo le recenti sospensioni.
Scivolano i corsi del petrolio in attesa dell'annuncio dell'accordo sul nucleare iraniano che porterebbe ad un allentamento delle sanzioni contro Teheran e a una ripresa delle sue esportazioni di petrolio, in un mercato che soffre già di un eccesso di offerta.
Secondo quanto dichiarato da un diplomatico qualche minuto fa l'intesa sarebbe stata raggiunta.
Alle 8,25 ora italiana l'indice regionale dell'Asia-Pacifico MSCI, che non comprende Tokyo, perde lo 0,17%. L'indice giapponese Nikkei ha chiuso la seduta a +1,47%.
A SHANGHAI l'indice benchmark cala di circa il 2% con i titoli bancari in flessione nonostante dati sui prestiti migliori delle attese. In controtendenza Hundsun Technologies Inc, società di financial information technology controllata da Alibaba, che guadagna il 10%.
In flessione anche HONG KONG sulla scia dei titoli nella mainland. Prada lascia sul terreno circa l'1%.
Secondo Nomura "il periodo di panico dell'azionario cinese per il 2015 è superato ma affinché entrambi gli indici ritrovino nuovi rialzi è necessario vedere a metà agosto i risultati dell'interim period e un consolidamento dei dati macro".
Chiusura sostanzialmente piatta per TAIWAN (+0,09%) e SEUL (-0,11%). In gran spolvero SYDNEY, dopo l'intesa sulla Grecia, che ha chiuso a +1,96% con i titoli minerari e bancari a guidare il rialzo.
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