MILANO (Reuters) - Quasi il 30% delle prime cento aziende del lusso mondiale sono italiane, anche se contribuiscono solo per il 17% al fatturato complessivo. La Francia, con dieci gruppi su cento, ha una quota di mercato del 23,5%.
E' quanto emerge dal terzo report annuale Global Powers of Luxury Goods di Deloitte che analizza dati del 2014, quando il fatturato mondiale del settore era pari a 222 miliardi di dollari, +3,6% su anno).
L'Italia dunque è il primo paese per numero di società che operano nel mondo della moda e del lusso con 29 aziende, seguita dagli Usa che ne hanno 14 (pari al 19,5% del fatturato complessivo).
Solo Luxottica (MI:LUX) compare tra le prime dieci per volume d'affari (al quarto posto), poi vengono Prada (15° posto) e Giorgio Armani (21° posto). I tre gruppi insieme rappresentavano quasi la metà delle vendite totali delle società italiane considerate.
"Il settore globale dei beni di lusso è destinato a crescere lentamente nel 2016, a un ritmo che molti retailer troveranno deludente", commenta Ira Kalish, capo economista di Deloitte ricordando il rallentando di Cina e Russia parzialmente compensato dalle prospettive di aree come l'India e il Medio Oriente.
Si va sempre più verso l'integrazione tra i differenti canali di vendita, fisico e digitale, sottolinea Patrizia Arienti, responsabile Moda e Lusso di Deloitte per l'area Emea, che parla della necessità di cambiare i modelli di business per continuare a creare valore in un mondo sempre più condizionato dal ruolo attivo dei consumatori.