LONDRA (Reuters) - Un rallentamento della crescita globale probabilmente penalizzerà un mercato azionario europeo dalle valutazioni attraenti durante il resto di quest'anno, ma con l'allentamento delle pressioni sui prezzi un rialzo più pronunciato potrebbe profilarsi per il 2024.
Strategist azionari e gestori di fondi interpellati in un sondaggio Reuters condotto tra il 9 e il 21 agosto prevedono che l'indice paneuropeo STOXX 600 salirà leggermente a 455 punti entro la fine del 2023, con un rialzo dell'1,3% rispetto alla chiusura di ieri a 448,7 punti.
Attualmente, lo STOXX 600 tratta con un rapporto prezzo/utili di 12,3 - lo sconto più forte da almeno 24 anni - da confrontarsi con 19,1 dell'S&P 500, in base ai dati Refinitiv. Valutazioni più convenienti potrebbero spingere gli acquirenti a tornare in Europa, secondo Tomas Hildebrandt, senior portfolio manager di Evli.
"Le pressioni sui costi si stanno attenuando e l'economia statunitense sembra un po' più solida", ha commentato Hildebrandt.
"L'azionario europeo è a buon mercato se si considera il p/e a 12 mesi. Questo potrebbe sostenere i mercati in uno scenario di recessione poco profonda", ha aggiunto, prevedendo che lo STOXX 600 finirà a 480 punti quest'anno.
Non tutti sono altrettanto ottimisti.
Andreas Bruckner, strategist per l'azionario europeo di BofA Global Research, prevede che un indebolimento del ciclo di credito porterà a una forte perdita di slancio della crescita nei prossimi mesi, causando un calo delle borse europee.
"Il rallentamento della crescita è già visibile nell'area dell'euro e in Cina e ci aspettiamo che si manifesti sempre di più negli Stati Uniti, man mano che si affievolirà la spinta del forte sostegno fiscale", ha detto Bruckner.
"Questo si tradurrà in un aumento dei premi per il rischio e in una riduzione delle aspettative sugli Eps".
Bruckner prevede che lo STOXX 600 scenderà a 390 punti entro la fine dell'anno, con un calo di circa il 13% rispetto al livello attuale, prima di un ulteriore ribasso a 380 punti all'inizio del prossimo anno.
Quest'anno l'indice è salito del 5,6%, contro un guadagno del 15% circa dell'indice statunitense S&P 500, con l'azionario europeo passato dalle stelle alle stalle dopo aver sovraperformato nel primo trimestre.
Al tempo gli investitori erano ottimisti che l'Europa fosse posizionata al meglio per beneficiare della riapertura economica della Cina dopo la fine di alcune delle restrizioni più stringenti al mondo dell'era del Covid.
L'ottimismo per la ripresa cinese ha contribuito a spingere il settore del lusso europeo a livelli record, e Lvmh è diventata la prima società europea a superare una capitalizzazione di mercato di 500 miliardi di dollari.
Ma il boom cinese non si è mai concretizzato e, anche se l'Europa ha evitato per un soffio una recessione tecnica nel secondo trimestre, la crescita è rimasta debole a causa dell'impennata dell'inflazione, del rincaro dei prezzi dei generi alimentari, dell'aumento dei tassi di interesse e del calo della fiducia.
UN RIMBALZO IN VISTA?
Nonostante la cautela per il resto del 2023, gli analisti intervistati stanno acquisendo fiducia per le prospettive per il prossimo anno, pur senza essere del tutto 'bullish'.
La stima mediana prevede che lo STOXX 600 terminerà il 2024 a 490 punti, vicino al precedente massimo storico di 495,46 raggiunto all'inizio del 2022, con un aumento di circa il 9% rispetto al prezzo di chiusura di ieri.
L'indice delle blue-chip Euro STOXX 50 dovrebbe invece terminare il 2023 a 4.250 punti, secondo il sondaggio, poco mosso dal prezzo di chiusura di ieri a 4.224,87 punti, prima di balzare di circa il 9% a 4.600 entro la fine del prossimo anno.
Per il DAX tedesco è prevista una chiusura dell'anno a 15.882 punti, con un aumento di circa l'1,8% rispetto a ieri.
Gli intervistati si sono dimostrati leggermente più ottimisti nei confronti del FTSE 100, che dovrebbe aumentare del 3,1% circa entro la fine dell'anno, raggiungendo i 7.482 punti, prima di un balzo previsto fino a un massimo storico di 8.200 punti entro la fine del 2024.
Il FTSE è stato uno dei benchmark europei più deboli di quest'anno, in quanto il listino, su cui l'export ha un forte peso, si trova ad affrontare la pressione di una sterlina forte.
(Tradotto da Camilla Borri, editing Sabina Suzzi)