Investing.com - Mentre il Ftse Mib recupera tornando verso la parità, restano in forte perdita gli istituti bancari. L’indice finanziario, il FTSE Italia All Share Banks, cede lo 0,36% dopo le forte vendite della mattinata.
Tra i peggiori a Piazza Affari troviamo Banca Carige (MI:CRGI) con un calo superiore al 3%, seguita da Banca Piccolo Credito Valtellinese (MI:PCVI) (Creval), Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS) e Banca Popolare di Sondrio (MI:BPSI), in flessione di oltre il 2%. Cedono oltre l’1% doBank (MI:DOB) e Bper Banca (MI:EMII) mentre tornano verso la parità Banco Bpm (MI:BAMI), Intesa Sanpaolo (MI:ISP), Mediobanca (MI:MDBI), Unicredit (MI:CRDI) e Ubi Banca (MI:UBI).
A seguito della forte crescita della mattina, lo spread resta sopra il livello dei 290, dopo che la mattinata era iniziata superando quota 300 a causa delle dichiarazioni di alcuni esponenti governativi sull’utilità per l’Italia di abbandonare l’euro.
Proprio il nuovo aumento del differenziale tra btp e bund tedeschi resta al centro dell’attenzione di alcuni istituti che analizzano la situazione italiana.
Secondo gli analisti di Bankinter, "lo spread potrebbe continuare ad aumentare, spinto verso l'alto dalla combinazione di un obiettivo di deficit più lassista di quanto inizialmente previsto e del minor volume di acquisti della BCE, poiché la riduzione del programma di acquisto di attività (APP) da 30 miliardi di euro a 15 miliardi di euro al mese è entrata in vigore questa settimana”
Ad essere più sensibili all’aumento dello spread sono naturalmente le banche, con i rapporti degli analisti che sottolineano la debolezza del settore finanziario.
Citigroup, infatti, ha abbassato il giudizio sulle banche italiane a neutral, rispetto al precedente overwight, proprio a causa dei possibili rischi legati alle ultime mosse del governo che stanno causando la nuova infiammata dello spread.
Secondo gli analisti dell’istituto, il mercato resterà “diffidente in merito al rischio italiano e al potenziale rischio europeo nei prossimi mesi, limitando il significativo upside su valutazione e fondamentali” dei bancari.
Pessimista anche Bank of America Merrill Lynch, i cui analisti spiegano come l’aumento del costo del debito italiano e l’allargamento dei differenziali di rendimento potrebbero minare la capacità delle banche di finanziare l’economia reale, cosa che porterebbe il cosiddetto “credit crunch”.
La situazione si riflette anche sulle scelte degli investitori, con Morgan Stanley (NYSE:MS) che ha ridotto in media del 7% i prezzi obiettivo sulle banche italiane. In particolare, scendono i target price di Mediobanca (da 10,6 a 10,4 euro) e di Unicredit (17,2 rispetto al precedente 18).