OraFinanza - Movimenti strategici nel capitale di Banco Bpm (BIT:BAMI) in vista dell’assalto di UniCredit (BIT:CRDI), la cui Ops lanciata a novembre 2024 dovrà essere esaminata nei prossimi mesi. In queste ore gli azionisti storici del patto di fondazioni e casse di previdenza hanno confermato l’accordo parasociale nato nel 2020 come nocciolo duro della banca, alzando leggermente la loro quota complessiva dal 6,5% al 6,51% del capitale di Piazza Meda.
Tra i vari componenti del patto, FinanzaInarcassa (quella di ingegneri e architetti) ha aggiunto nel 2024 altre 835 mila azioni dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna, arrivando così all’1,03%. Scelta inversa per Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi che ha venduto circa 510 mila azioni (-0,034%), scendendo allo 0,067% di Bpm (BIT:PMII). Invariate le quota di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca (1,240%), Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria (0,50%), Enpam (1,99%), Fondazione Cr Reggio Emilia Pietro Manodori (0,0293%) e la Cassa forense (1,66%).
Per il momento il patto non si è schierato pubblicamente sull’Ops di UniCredit ma, scrive MF, “l'umore che si respira all'interno della compagine è di insoddisfazione per l'offerta presentata”. Secondo il media, la posizione degli azionisti storici di Bpm sarebbe “vicina a quella espressa dal consiglio di amministrazione: il premio non rispecchia il valore e le potenzialità industriali dell'istituto milanese”, messaggio che sarebbe stato lasciato intendere anche a UniCredit “nel corso di qualche vertice informale”.
Tra le altre partecipazioni è emerso che Bank of America (NYSE:BAC) possiede una quota indiretta pari al 6,852% detenuta in Banco Bpm al 19 dicembre scorso, di cui l'1,168% sono diritti di voto riferibili ad azioni, mentre lo 0,13% sono right to recall senza data di scadenza, mentre oltre il 5% sono altre posizioni lunghe.
Azioni per il 3,057% per Jp Morgan (NYSE:JPM), operazione risalente al 30 dicembre 2024, con i suoi analisti che ieri hanno alzato il target price su BAMI da 8 a 8,3 euro per azione. Gli analisti statunitensi vedono "upside per la valutazione di Banco Bpm su scenari M&A", con la banca che per gli esperti potrebbe fare un'offerta per Mps (BIT:BMPS), mentre UniCredit "potrebbe alzare" la sua offerta su Banco Bpm, "anche se parte del premio M&A è già nei prezzi. La valutazione" del titolo, che scambia su multipli definiti “bassi”, è “inoltre sostenuta da payout più alti, con un rendimento intorno al 12% rispetto al 10% circa medio del settore", concludono da Jp Morgan.
Questa mattina Banco Bpm scambia a Piazza Affari in leggero rialzo (+0,50%), di poco oltre i 7,8 euro, sempre sopra il prezzo dell’Ops di UniCredit, pari a 6,6 euro. Quotazioni che, ipotizza MF, potrebbero spingere Andrea Orcel a “mettere sul tavolo il risparmio gestito di Anima Holding (BIT:ANIM)”, la sgr sulla quale Castagna ha lanciato un’Opa dal valore di 1,6 miliardi di euro.
“L’acquisizione di Anima si adatterebbe alla nostra strategia, proprio come è successo con Nova”, ovvero la società creata con Azimut (BIT:AZMT), “sul modello delle fabbriche che abbiamo in Croazia per l’Europa dell’Est e per la Germania”, spiegava Orcel a fine novembre. “Ovviamente, dato che Anima ha accordi oltre Bpm, aumenterebbe indirettamente anche la nostra esposizione alla gestione tramite terzi. E questo è un componente aggiuntivo, ma ovviamente lo accogliamo con favore”, aggiungeva il manager.