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Bce, consiglieri non prevedono decisione su Pepp in riunione settembre - fonti

Pubblicato 23.07.2021, 15:17
Aggiornato 23.07.2021, 15:36
© Reuters. Il logo dell'Euro presso la sede centrale della Banca centrale europea a Francoforte. REUTERS/Kai Pfaffenbach

di Francesco Canepa e Balazs Koranyi

FRANCOFORTE (Reuters) -I consiglieri della Banca centrale europea non hanno in programma di decidere a settembre del futuro del programma emergenziale di acquisto di obbligazioni, poiché per allora ci sarà ancora una certa incertezza in merito all'andamento della pandemia, come hanno comunicato tre fonti a Reuters.

Nel corso dell'incontro di politica monetaria di ieri la Bce ha alzato l'asticella in merito alle condizioni per poter aumentare per la prima volta in oltre dieci anni i tassi di interesse, ma non ha preso una decisione sulla fine del programma di acquisto per l'emergenza pandemica (Pepp) da 1.850 miliardi di euro -- un argomento verosimilmente più sensibile per gli investitori.

Le fonti, che fanno parte o sono vicine al pensiero del consiglio direttivo di Francoforte, hanno detto a Reuters dopo la riunione di ieri che una qualsiasi decisione in merito al Pepp nel corso del prossimo meeting di settembre, come previsto da molti analisti, è da considerarsi improbabile, anche se le discussioni dovessero iniziare proprio in quell'occasione.

La presidente della Bce Christine Lagarde ha detto che la variante Delta del coronavirus rappresenta un elemento di crescente incertezza.

È improbabile secondo le fonti riuscire a ottenere un quadro chiaro in merito all'impatto della diffusione della nuova variante sull'economia della zona euro prima del meeting della Bce dell'8 e 9 settembre, poiché i contagi hanno da poco iniziato a risalire nell'area.

Pertanto, come comunicano le fonti, è più plausibile che una decisione venga presa a ottobre o addirittura a dicembre, dopo la riapertura delle scuole in autunno, quando le malattie respiratorie tendono a diffondersi più rapidamente.

I banchieri centrali vorrebbero evitare in modo particolare di ridurre il Pepp per ritrovarsi a dover incrementare nuovamente la dotazione nelle settimane successive per far fronte a possibili restrizioni legate al virus o a tensioni sui mercati, hanno detto le fonti.

Alcuni consiglieri ritengono inoltre che non ci sia abbastanza tempo per portare avanti una necessaria e approfondita analisi nel corso della pausa estiva, mentre altri mostrano segni di affaticamento decisionale dopo aver completato a inizio luglio una revisione lunga 18 mesi della strategia della banca centrale e aver modificato questa settimana la guidance relativa ai tassi di interesse.

Un portavoce della Bce non ha commentato.

Il governatore della banca centrale belga Pierre Wunsch ha detto a Reuters che "il contenuto è più importante delle tempistiche", mentre il collega francese François Villeroy de Galhau ha affermato che i consiglieri discuteranno dell'acquisto di bond "in autunno".

DECISIONE COMPLESSA

La decisione si preannuncia complessa.

La Bce ha fatto sapere che porrà fine al Pepp, un programma emergenziale che le garantisce la facoltà di acquistare obbligazioni laddove lo ritenga necessario, una volta che la "fase critica" della pandemia sarà terminata e non prima di marzo 2022.

Ma le prospettive di un'inflazione contenuta, che è vista al di sotto dell'obiettivo del 2% della Bce fino al 2023, potrebbe rendere necessario l'acquisto di obbligazioni ben oltre quella data.

Gli acquisti potrebbero essere effettuati attraverso il regolare programma di acquisto di asset, che diversamente dal Pepp ha un ritmo già determinato e basato sulle quote nazionali.

© Reuters. Il logo dell'Euro presso la sede centrale della Banca centrale europea a Francoforte. REUTERS/Kai Pfaffenbach

Ma alcuni consiglieri dei Paesi maggiormente indebitati, come il banchiere italiano Fabio Panetta, hanno richiesto di preservare parte della flessibilità del Pepp una volta terminata la crisi attuale.

Difficilmente la proposta verrà digerita dall'altra parte delle Alpi, dove il presidente della Bundesbank Jens Weidmann e il membro del board Bce Isabel Schnabel ritengono che Francoforte debba tornare a utilizzare strumenti più convenzionali dopo la pandemia.

(Tradotto in redazione a Danzica da Michela Piersimoni, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, michela.piersimoni@thomsonreuters.com, +48 587696616)

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