(Reuters) - Uno sguardo alla giornata sui mercati globali ed europei, di Kevin Buckland
Riflettori puntati sulle riunioni della Banca centrale europea e della Banca nazionale svizzera.
In entrambi i casi un taglio dei tassi è dato per scontato ma non lo è l'ammontare dell'intervento.
In ordine cronologico, la Banca centrale svizzera sarà la prima a decidere e le attese del mercato sono orientate su una riduzione da 50 punti base: si sono rafforzate questa settimana dopo che il presidente Martin Schlegel ha ventilato la possibilità di un ritorno ai tassi negativi, qualora necessario, per arginare l'interesse degli investitori nei confronti del franco, considerato un bene rifugio.
Quanto alla Bce invece, lo scenario più probabile è quello di un taglio dei tassi da 25 punti base. Tuttavia il fatto che i trader indichino probabilità del 15% di una riduzione da 50 punti base fa capire che non la considerano del tutto fuori dai radar. I banchieri centrali europei devono fare i conti con un'economia che si dirige verso la recessione, anche se i più 'hawkish' sostengono che l'inflazione sia ancora un problema per via della rapida crescita dei salari e del balzo dei costi dei servizi.
Ulteriori incertezze provengono dai dazi Usa che potrebbero essere introdotti in gennaio e dalle crisi politiche sia in Germania che in Francia.
Al di là di come andranno il meeting Bce e la successiva conferenza stampa, altri tagli dei tassi si prospettano all'orizzonte: i mercati infatti prezzano riduzioni del costo del denaro in ciascun meeting fino a giugno, con almeno un ulteriore taglio nella seconda metà del 2025.
Sul fronte valutario, gli investitori guardano ad alcune soglie psicologiche per l'euro tra cui i livelli precedenti alla Brexit nei confronti della sterlina e la parità con il dollaro, per la prima volta da fine 2022.
Dagli Usa verranno diffusi nel pomeriggio i dati sui prezzi alla produzione dopo che i numeri di ieri sui prezzi al consumo hanno rafforzato le attese per un taglio dei tassi da parte della Fed alla riunione della prossima settimana.
Il rally visto ieri a Wall Street dopo la diffusione dei numeri sull'inflazione, con il Nasdaq oltre quota 20.000 per la prima volta, si è riverberato anche sugli scambi asiatici, facendo ben sperare per le Borse europee.
Lo yuan si è stabilizzato dopo che la Banca centrale cinese ha indicato un fixing un po' più forte. La divisa cinese aveva perso terreno il giorno prima dopo che Reuters aveva scritto che Pechino stava valutando un ulteriore deprezzamento per far fronte a una potenziale guerra commerciale Usa.
Principali 'driver' sui mercati nella seduta odierna:
- Snb, Bce, meeting politica monetaria
- Svezia, Irlanda, inflazione novembre
- Usa, prezzi produzione novembre
(Versione italiana Sara Rossi, editing Stefano Bernabei)