MILANO (Reuters) - Avvio di settimana al cardiopalma per i mercati azionari e anche Milano non si sottrae all'ondata di vendite che sta investendo le borse.
A innescare i ribassi il crollo del 13% dell'indice Nikkei di Tokyo stamani, il peggiore ribasso dal lunedì nero del 1987, spinto dalle perdite dei mercati azionari globali della scorsa settimana, dai timori per l'andamento dell'economia negli Stati Uniti e dalla preoccupazione che gli investimenti finanziati da uno yen debole si stiano esaurendo.
A spingere verso i realizzi anche le questioni geopolitiche con i timori di un imminente attacco da parte dell'Iran a Israele dopo l'uccisione del leader di Hamas in Iran la scorsa settimana.
Un trader sottolinea che le questioni geopolitiche unite ai timori legati all'andamento delle economie stanno spingendo verso una forte ondata di vendite su tutti i mercati azionari globali. A seguito dei ribassi delle ultime quattro sedute, la borsa di Milano ha quasi del tutto bruciato tutto il rialzo accumulato da inizio anno, mantenendo un saldo positivo di poco sopra il 2,5%.
Intorno alle 10,35 l'indice Ftse Mib arretra del 2,67%, recuperando dai minimi di inizio seduta quando l'indice è arrivato a perdere il 4%.
Quasi superfluo indicare l'andamento dei singoli titoli quest'oggi.
L'indice delle banche arretra del 3,5% trascinato dal forte calo di Unicredit (BIT:CRDI) che arretra de 3,9%, seguita da Intesa (BIT:ISP) a -3%. Mps (BIT:BMPS) in flessione del 3,8%. Il settore bancario soffre un po' di più degli altri sia per le attese dei tagli dei tassi e sia a seguito dell'indiscrezione, poi rientrata, che il governo introduca una forma di prelievo sugli istituti di credito e le compagnie di assicurazione, ed eventualmente anche su altri settori come energia e lusso.
In netto calo anche il settore energetico con il prezzo del brent in discesa dell'1% sui timori di una recessione in Asia e negli Stati Uniti. Saipem (BIT:SPMI) perde il 4,3%, Eni (BIT:ENI) a -2,7%, ma non si salvano anche i Snam (BIT:SRG) e Terna (BIT:TRN) in calo rispettivamente del 2,2% e dell'1,9% circa.
(Giancarlo Navach, editing Claudia Cristoferi)