MILANO (Reuters) - Le nuove tensioni in Medio Oriente continuano a tenere sotto pressione i mercati azionari nell'ultima seduta della settimana, Piazza Affari compresa, anche se le perdite rimangono contenute grazie alle notizie che hanno ridimensionato le paure di un'escalation del conflitto dopo l'attacco militare israeliano in Iran.
Nella rappresaglia notturna di Israele per quanto accaduto lo scorso fine settimana non sono stati, infatti, colpiti obiettivi nucleari, e l'Iran non avrebbe per il momento alcun piano di ritorsione immediata contro Tel Aviv.
I mercati dunque sembrano propendere per l'interpretazione secondo cui non ci saranno ulteriori sviluppi, ma il rischio geopolitico rimane comunque elevato e l'approssimarsi del weekend spinge gli investitori ad alleggerire le proprie posizioni e ad aggiustare i portafogli.
In particolare, spiega in una nota Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, "è evidente che, in una situazione di rischi geopolitici così elevati, siano da aggiustare i portafogli, aumentando esposizione su settore energetico, difesa e tecnologia (soprattutto in campo militare) e diminuendola su altri comparti".
Il balzo delle quotazioni del greggio, particolarmente esposto agli sviluppi in Medio Oriente, aggiunge inoltre un ulteriore elemento di complicazione al quadro macro aumentando le pressioni inflazionistiche con implicazioni sulle attese del taglio dei tassi.
"Quel che è certo è che questi sviluppi hanno colpito gli asset rischiosi in un momento di fragilità intrinseca", dicono nel daily gli strategist di Mps (BIT:BMPS).
"Un mix di fattori macro, in particolare la vischiosità dell’inflazione e il capovolgimento delle attese sulla Fed, e micro, in assenza di buone notizie in grado di sostenere valutazioni elevate, stanno provocando la prima significativa correzione dall’inizio del rally alla fine di ottobre", aggiungono.
Segnali poco incoraggianti arrivano inoltre da Wall Street, dove il mutato sentiment di avversione al rischio sta spingendo i futures sugli indici azionari al ribasso.
Intorno alle 13,25 l'indice Ftse Mib perde lo 0,25% in recupero dal calo di oltre un punto percentuale delle prime ore di seduta. Volumi pari a 1,3 miliardi di euro.
Titoli in evidenza:
In un listino costellato da titoli in rosso, sono in deciso calo i petroliferi nonostante i movimenti del greggio. Saipem (BIT:SPMI) è in fondo al Ftse Mib con un calo di oltre il 3% dopo che Stifel ha tagliato la raccomandazione a 'Hold' da 'Buy'. Eni (BIT:ENI) perde l'1,3%, Tenaris (BIT:TENR) l'1,8%.
Sul fronte opposto tengono le utility, settore difensivo e gettonato in fasi di incertezza e volatilità, con Terna (BIT:TRN) in rialzo dell'1,5%, Enel (BIT:ENEI) e Snam (BIT:SRG) dello 0,8% circa, Italgas (BIT:IG) +0,6%.
Stm (EPA:STMPA) perde l'1,5% in un comparto dei chip europei debole dopo che il colosso taiwanese Tsmc ha deluso gli investitori abbassando l'outlook per il settore.
In parziale recupero i bancari il cui indice Ftse settoriale più che dimezza le iniziali perdite a -0,3%.
Prysmian (BIT:PRY) in lieve terreno positivo (+0,2%) sostenuta dalla promozione di Bernstein a 'Outperform' da 'Market-Perform' con un target price rivisto a 60 da 48 euro.
(Andrea Mandalà, editing Claudia Cristoferi)