(Reuters) - Seduta in rialzo per le piazze europee, grazie alla spinta dei titoli del lusso e minerari sensibili alla Cina, galvanizzati delle speranze che Pechino allenti le restrizioni contro il coronavirus.
Alle 11,05 lo STOXX 600 guadagna l'1,17%. L'indice delle risorse di base guadagna il 4,68%, facendo segnare il massimo rialzo settimanale in oltre tre mesi e raggiungendo i massimi di sette settimane.
I recenti post sui social media, non confermati ufficialmente, in cui si afferma che la Cina potrebbe allentare le restrizioni contro il coronavirus a marzo 2023, hanno scatenato l'ottimismo degli investitori e dato slancio ai prezzi dei titoli del lusso e dei minerari, dal momento che entrambi i settori sono fortemente esposti alla Cina. Anche il balzo dei prezzi del rame ha favorito i minerari. [MET/L]
I colossi del lusso, tra cui LVMH, KERING, PERNOD RICARD e HERMES INTERNATIONAL sono in rialzo tra il 2,5% e il 3,5%. Secondo una notizia del Wsj, Kering (EPA:PRTP) sarebbe in fase avanzata di discussione per l'acquisto del marchio di moda Tom Ford.
Tra gli altri titoli, il gruppo della manifattura ANDRITZ guadagna il 9,04% balzando in cima allo STOXX 600, grazie al significativo aumento delle vendite e degli utili trimestrali.
SOCIETE GENERALE guadagna il 4,83% dopo aver registrato un utile netto superiore alle attese.
Lo STOXX 600 è rimbalzato dai minimi di una settimana, in seguito ai commenti hawkish della Federal Reserve e di Bank of England, in attesa dei dati che ci si attende mostrino la minore crescita dei posti di lavoro negli Stati Uniti in quasi due anni, con un piccolo aumento del tasso di disoccupazione.
I dati finora disponibili indicano che la zona euro si sta dirigendo verso una recessione, con la Banca Centrale Europea (Bce) che non mostra alcun segno di voler attenuare il proprio aggressivo ciclo di inasprimento della politica monetaria per lottare contro l'inflazione record.
Secondo un sondaggio, il mese scorso l'attività delle imprese della zona euro ha subito la contrazione più rapida dalla fine del 2020, a causa dell'inflazione elevata e dei timori di un'intensificazione della crisi energetica.
(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Stefano Bernabei)