di Lisa Jucca
MILANO (Reuters) - Il gruppo svizzero Six potrebbe essere la sorpresa nella corsa per l'acquisizione di Borsa Italiana. L'operatore di Zurigo, non quotato in borsa, e l'ambizioso AD Jos Dijsselhof potrebbero rivelarsi validi contendenti nell'ultima importante tornata di consolidamento dei mercati azionari europei. Borsa Italiana, che controlla la piattaforma di scambio di titoli di Stato Mts, così come le attività di clearing e custody, potrebbe essere venduta dall'attuale proprietario, il London Stock Exchange Group (LON:LSE), per ragioni di antitrust. Si tratta di un target allettante, con un Ebitda margin quasi del 60% su ricavi combinati poco al di sopra di 400 milioni di euro. Gli analisti di Credit Suisse stimano un enterprise value compreso tra i 3,3 e i 4,3 miliardi di euro. Il peso massimo dell'Unione europea Deutsche Boerse (DE:DB1Gn), che conta una capitalizzazione di mercato da 30 miliardi di euro, è un ovvio potenziale acquirente. Ha grandi dimensioni e conosce bene l'asset italiano, dopo aver fallito un tentativo di fusione con Lse nel 2016. Euronext, quotata sulla borsa di Parigi e dal valore di 7 miliardi di euro, è molto propensa a fare acquisizioni ma è solo leggermente più grande di Borsa Italiana. Tuttavia, la borsa paneuropea intende preparare un'offerta congiunta con Cassa Depositi e Prestiti. E poi c'è Six, gestito da Dijsselhof. L'olandese ha ottenuto a gennaio 2018 la poltrona più importante dell'azienda di scambi, pagamenti e fornitura dati, dopo aver lavorato come chief operating officer per Euronext. Ha riorganizzato le operazioni del gruppo svizzero e, all'inizio di quest'anno, ha conquistato la borsa spagnola Bolsas y Mercados Españoles attraverso un'offerta da 2,8 miliardi di euro in contanti, nonostante l'interesse espresso da Euronext. Six ha detto martedì di essere disposta a fare altre operazioni. Considerando la cassa netta da oltre 3 miliardi di franchi svizzeri riportata sul bilancio del gruppo, SIX ha la liquidità. Gode anche del vantaggio di non essere quotata in borsa, esente quindi dalle pressioni degli azionisti per ottenere guadagni a breve termine. Si presume che i proprietari istituzionali svizzeri siano d'accordo con il piano di crescita di Dijsselhof. Inoltre, l'acquisizione di Bme mostra che Six, pur avendo la sua sede fuori dall'Unione europea, può gestire importanti infrastrutture finanziarie Ue. Ovviamente, niente è scontato nel mondo delle fusioni e delle acquisizioni, specie quando il target è un'azienda italiana ritenuta politicamente sensibile dal governo italiano. Tuttavia, Six sembra un possibile contendente da tenere d'occhio.
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(Tradotto da Redazione Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, enrico.sciacovelli@thomsonreuters.com,+4858775278)