MILANO (Reuters) - Il secondario italiano sale a metà seduta, con lo spread su Bund che si chiude in area 245 punti base, in un mercato dal mood positivo che attende le aste di metà mese e il consiglio Bce di domani.
Attorno alle 11,50 italiane, il premio di rendimento tra Italia e Germania sul tratto decennale è a 246 punti base da 249 in chiusura ieri, dopo un minimo dal 22 marzo a 244,3. Il tasso del Btp 10 anni è a 2,46% da 2,49% della chiusura di ieri.
"Il mercato testa oggi livelli importanti, in un mood generalmente positivo nel quale il Btp, al contrario del Bund che è molto meno volatile, ha spazio di crescita. Il futures sta testando l'area 130, una soglia che più volte non è riuscito a sfondare. Se lo facesse assisteremo sicuramente a un movimento di ulteriore chiusura dello spread sotto quota 245", commenta un dealer, aggiungendo che anche il rendimento del decennale guarda un livello importante a 2,435%.
Quanto alle aste, un altro trader si aspetta che saranno accolte "molto bene". "Quest'anno tutti i nuovi titoli sono stati collocati sopra le aspettative, e penso che succederà anche questa volta. Il mood degli operatori è positivo".
In occasione dell'asta a medio e lungo di metà mese, il Tesoro metterà a disposizione degli investitori giovedì tra 6,25 e 7,75 miliardi di euro in Btp a 3, 7 e 15 anni. Il nuovo sette anni, scadenza 15 luglio 2026, staccherà una cedola di 2,1%, rispetto a 2,5% dell'attuale benchmark novembre 2025. Sarà offerto per un importo compreso tra 3,25 e 3,75 miliardi, insieme alla terza riapertura del Btp tre anni luglio 2022 (offerto per un importo tra 2 e 2,5 miliardi) e alla seconda tranche del 15 anni 1 marzo 2035 (il cui ammontare offerto è compreso tra uno e 1,5 miliardi) [nS8N21J00B]. Il ministero dell'Economia offre invece domani 6 miliardi di Bot a 12 mesi (in scadenza 6 miliardi).
Occhi anche sulle minute del Fomc della Fed del 19-20 marzo che saranno rese note in serata oltre al consiglio Bce di domani, in un contesto 'dovish' delle banche centrali sulle due sponde dell'Atlantico. "Non ci aspettiamo granché da [dal presidente Bce Mario] Draghi, dopo le ultime indicazioni date. Anche il Def non interessa nei dettagli, più se dovesse creare problemi nella tenuta del governo", commenta il primo dealer.
Il Consiglio dei ministri questo pomeriggio dovrebbe dare il via libera al Documento di programmazione economico finanziaria (Def) con il quadro di finanza pubblica 2019-22: le previsioni di crescita del Pil di quest'anno saranno probabilmente ridotte allo 0,3% o 0,4% dall'attuale 1% e il deficit sarà aumentato a circa il 2,3% dal 2,04%, secondo quanto riportato da Reuters già alcuni giorni fa citando fonti governative. L'obiettivo per il deficit/Pil 2020 sarà alzato al 2,1% dall'attuale 1,8%. Quanto al debito, il Def cercherà di impostare un trend di decrescita dal record a 132,2% dello scorso anno.
Giovanni Tria ha ribadito ancora una volta oggi un un'intervista a Repubblica di non aver mai né pensato né minacciato le dimissioni, sottolineando che l'Italia non ha presentato una legge di bilancio che mette a rischio la stabilità finanziaria.
Restano sullo sfondo le preoccupazioni legate all'incertezza su Brexit in vista del meeting europeo di domani in cui Theresa May cercherà di ottenere un rinvio per l'addio di Londra dall'Ue oltre la data del 12 aprile. In giornata la premier britannica incontrerà Merkel e Macron per cercare una sponda in questo senso.