Investing.com – Apertura in rosso per Campari (BIT:CPRI) dopo che ieri la società produttrice di alcolici ha annunciato di aver avviato trattative in esclusiva per l’acquisizione di Courvoisier, storico brand di cognac francese, per 1,2 miliardi di dollari.
Nonostante si tratti dell’operazione più rilevante nella storia di Campari, che permette al gruppo di espandersi negli Stati Uniti e in Asia, i mercati sembrano non aver digerito l’acquisizione. Dopo aver ceduto anche il 5,8% in Borsa Milano oggi, infatti, le azioni di Campari alle 10 scambiano in calo del 2,57% rispetto ai 10,305 euro per azione della vigilia.
I dettagli dell’operazione
Il prezzo di acquisto è fissato a 1,20 miliardi di dollari (corrispondente a 1,11 miliardi al tasso di cambio odierno). Il finanziamento dell’acquisizione è interamente coperto da un finanziamento bridge da un consorzio di banche composto da Crédit Agricole Corporate and Investment Bank (in qualità di coordinatore globale, mandated lead arranger, bookrunner e sottoscrittore) e Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) (Divisione IMI (LON:IMI) CIB), Bank of America (NYSE:BAC), Goldman Sachs (NYSE:GS) Bank Europe SE e Mediobanca (BIT:MDBI) (ciascuno in qualità di mandated lead arranger, bookrunner e sottoscrittore).
Oltre al prezzo di acquisto, è previsto un pagamento aggiuntivo di massimo 0,12 milioni di dollari pagabile nel 2029 sulla base del raggiungimento di obiettivi di vendite nette realizzate nell’esercizio 2028. Il perfezionamento della transazione è previsto nel 2024.
A seguito di questa acquisizione contemplata, ipotizzando una transazione interamente finanziata da debito, il multiplo di debito finanziario netto rispetto all’EBITDA rettificato su base mobile pro-forma di Campari Group è destinato ad aumentare da 2,6 volte al 30 settembre 2023 a circa 4 volte al perfezionamento della transazione. Una rapida diminuzione del livello di indebitamento è attesa successivamente, grazie alla positiva generazione di cassa.
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Un cognac storico
Maison Courvoisier è stata fondata nel 1828 da Félix Courvoisier a Jarnac, nella regione francese della Charente. Courvoisier è la più recente e la più premiata delle 'big four' case storiche di cognac; ha ricevuto il titolo di Fornitore Ufficiale della Casa dell'Imperatore da Napoleone III, ha fornito le corti reali d'Europa ed è stata la bevanda preferita della Belle Epoque, scelta per celebrare l'inaugurazione della Torre Eiffel e l'apertura del Moulin Rouge.
Nell’ultimo anno il cognac francese, da 20 anni di proprietà dell’americana Beam Suntory, ha raggiunto vendite nette per 249 milioni di dollari, mentre fra gennaio e ottobre 2023 il giro d’affari è sceso del 33% a 148 milioni.
Il mercato principale di Courvoisier oggi è rappresentato dagli Stati Uniti con circa il 60% delle vendite nette nell'anno fiscale 2022, seguiti dal Regno Unito e dalla Cina, che insieme rappresentano il 25% delle vendite nette, mentre il Global Travel Retail ha rappresentato poco più del 3%.
Le dichiarazioni
“Facendo leva sulla forte esperienza nella categoria a livello del nostro Consiglio di Amministrazione e del nostro Executive Team, Campari Group ha un’opportunità unica per rafforzare le credenziali di questo marchio come icona globale del lusso, diventano il cognac il quarto asse di sviluppo di Campari Group insieme ad aperitivi, bourbon e tequila”, ha commentato il ceo di Campari, Bob Kunze-Concewitz.
“In quella che è la più importante operazione nella storia di Campari Group, Courvoisier consentirà di compiere un significativo passo avanti negli Stati Uniti, nel contempo offrendo potenziale trasformativo nella regione strategica dell'Asia Pacifico nel lungo periodo”, ha aggiunto Matteo Fantacchiotti, deputy Chief executive officer del gruppo.
“Il marchio è ben posizionato per il suo prossimo capitolo di crescita e siamo certi che Campari Group sia il partner giusto per il futuro di Courvoisier. Questa operazione ci permetterà di concentrare ulteriormente il nostro portafoglio sulle nostre aree di forza principali, e nel contempo accelerare le nostre ambizioni di crescita global”, ha concluso Greg Hughes, presidente e ceo di Beam Suntory.