di Giancarlo Navach
BRESCIA (Reuters) - Parte da Brescia la prima sperimentazione italiana ed europea dell'auto a guida autonoma usata per il car sharing.
Oggi, per le strade della città, una Fiat 500 elettrica è partita dalla stazione di ricarica presso la sede di A2A (BIT:A2) e, in modalità di guida totalmente autonoma, è arrivata fino alla sede del termovalorizzatore, percorrendo poco più di un km di strada.
In futuro i clienti potranno usufruire del servizio car sharing a guida autonoma e, una volta terminato il percorso, l'auto ritornerà al parcheggio dove avverrà la ricarica delle batterie.
Il progetto, si legge in una nota, è realizzato da A2A, il Politecnico di Milano e Most (centro nazionale per la mobilità sostenibile) e mira a rispondere alle sfide della decarbonizzazione delle città, contribuendo alla riduzione del traffico e alla sostenibilità ambientale.
"Dal punto di vista tecnologico siamo sostanzialmente pronti. Sui tempi, molto dipenderà dalla volontà del Paese di dotarsi di un progetto importante e strategico e di questa tecnologia, che potremmo avere nel giro di pochissimi anni. Oppure i tempi si possono allungare e importare la tecnologia dall'estero. La scommessa è quella di sviluppare questa tecnologia in Italia", ha detto Sergio Matteo Savaresi, professore del Politecnico di Milano, che ha curato la sperimentazione.
Il progetto, con test uno o due volte al mese, si concluderà il prossimo novembre. L'area interessata copre una vasta porzione di Brescia, includendo il centro storico e i quartieri limitrofi e ogni test sarà monitorato da un supervisore a bordo del veicolo, in grado di intervenire tempestivamente in caso di necessità, e da una control room dedicata, situata presso la sede A2A.
Inoltre, una safety car accompagnerà i veicoli durante la circolazione per segnalare agli utenti della strada la sperimentazione di guida autonoma in corso.
"L'anello mancante è rimuovere il safety driver. La normativa europea consente questo passaggio, ma nessun Paese europeo ha finora rilasciato l'autorizzazione per la sperimentazione senza il safety driver. Confidiamo che la politica abbia la lungimiranza per fare questo passaggio in tempi brevi", spiega Savaresi.
L'obiettivo è di ridefinire il concetto di auto condivisa: l'utente non dovrà più raggiungere il veicolo e gli operatori non avranno più bisogno di un elevato numero di auto per rendere capillare il servizio.
Su questo progetto l'AD di A2A, Renato Mazzoncini chiarisce che "se ci crediamo davvero dobbiamo andare veloci. Occorre partire con un business plan e con un numero di almeno 30 veicoli in su e dobbiamo decidere di mettere più risorse. Serve un progetto nazionale con cifre piccole che siamo in grado di trovare".
Mazzoncini si rivolge anche all'Europa "che deve decidere cosa fare: o sviluppiamo la nostra piattaforma oppure prima o poi dovremo aderire alle piattaforme degli altri, Usa o Cina".
Il prototipo utilizzato per questi test ha una potenza pari a 7 kW ed è progettato per eliminare la necessità dell'intervento umano anche durante la fase di ricarica della batteria, hanno spiegato nella conferenza stampa a Brescia.
I veicoli oggetto del test si muovono a bassa velocità (fino a 30 km/h), possono raggiungere gli utenti, parcheggiare autonomamente o dirigersi verso un altro cliente o una stazione di ricarica grazie all'utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale progettati per imitare il comportamento di un conducente umano.
A2A è partner del progetto, Stellantis (BIT:STLAM) ha consentito l'uso del veicolo, Cisco cura il networking dentro e fuori l'auto, mentre la parte dell'intelligenza artificiale è portata avanti dal Politecnico di Milano.
(Giancarlo Navach, editing Francesca Piscioneri)