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Crisi Credit Suisse, Roubini: "Banca troppo grande per essere salvata"

Pubblicato 17.03.2023, 12:11
Aggiornato 17.03.2023, 12:25

Di Laura Sanchez

Investing.com - Sebbene la Banca Nazionale Svizzera sia intervenuta in soccorso del Credit Suisse Group AG (SIX:CSGN) (SIX:CSGN), non si calmano i timori degli investitori i quali credono che un crollo bancario una tantum possa causare un effetto domino nel settore finanziario e nell'economia in generale, soprattutto dopo il fallimento di SVB (NASDAQ:SIVB).

In un'intervista rilasciata a Bloomberg questa settimana, il famoso economista Nouriel Roubini, noto anche come "Dr. Doom" per aver previsto la crisi dei subprime nel 2008, ha avvertito: "Credit Suisse, secondo alcuni standard, potrebbe essere troppo grande per fallire, ma anche troppo grande per essere salvato".

"Non è chiaro se, a differenza degli Stati Uniti, il sistema federale abbia abbastanza risorse per organizzare un salvataggio, e ciò di cui hanno certamente bisogno è più capitale. La domanda è se riusciranno a ottenere quel capitale o meno, altrimenti possono succedere cose brutte", ha affermato Roubini all'agenzia.

Per quanto riguarda il possibile effetto domino nel settore bancario, John Leiper, chief investment officer di Titan Asset Management, è preoccupato per un "effetto domino" dei problemi del settore bancario. "Continuiamo a temere che l'effetto domino si diffonda nell'economia e manteniamo un'esposizione difensiva in questo momento", ha dichiarato Leiper, citato da Finbold.

L'amministratore delegato del Credit Suisse Ulrich Koerner ha cercato di attenuare le preoccupazioni affermando che la liquidità della banca è sana e supera i minimi regolamentari, dopo aver fatto sapere ad inizio settimana che il rapporto medio di copertura della liquidità del Credit Suisse nel primo trimestre di quest'anno era del 150%.

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La crisi del Credit Suisse ha quindi riacceso il dibattito sull'inizio di un crollo finanziario globale o se si tratta solo di un incidente isolato. Sebbene sia opinione comune che il Credit Suisse sia tra gli istituti più deboli in Europa, non è l'unica ad aver registrato una performance insufficiente negli ultimi anni.

Ora tutti gli occhi sono puntati sulla decisione della Federal Reserve statunitense (Fed) in materia di tassi d'interesse, prevista per la prossima settimana. Non è chiaro se la Fed aumenterà i tassi di interesse di 25 punti base, come previsto dal mercato. Per il momento, ieri la Banca Centrale Europea (BCE) ha mantenuto la sua strategia da falco e ha aumentato i tassi di mezzo punto percentuale, come previsto. Inoltre, il presidente dell'organismo, Christine Lagarde, ha voluto dare un messaggio di fiducia affermando che la banca centrale è pronta ad agire in caso di possibili contingenze nella crisi bancaria.

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