Di Alessandro Albano
Investing.com - Non si ferma l'emorragia sui mercati scatenata dal crollo di SVB (NASDAQ:SIVB). La soluzione congiunta di Federal Reserve, Dipartimento del Tesoro e Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) sui depositi non ha frenato la perdita di fiducia degli investitori sul settore finanziario statunitense, mostrando un'ampa diffusione anche in Europa.
Neppure le parole del presidente Joe Biden, pronto a qualsiasi cosa necessaria per proteggere il settore bancario, hanno avuto effetto per allentare le recenti tensioni, scatenando le vendite su altre banche regionali come First Republic Bank, Western Alliance Bancorp, PacWest Bancorp, East West Bancorp e Zions Bancorporation (NASDAQ:ZION).
Perchè la soluzione non sta funzionando?
Secondo Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, "governo e FED hanno internalizzato i problemi di SVB e di Signature Bank e delle future banche regionali in difficoltà dentro al settore bancario USA, coinvolgendo anche le banche più sane, aumentando così il rischio di insolvenza anche a tutti quegli istituti che si sono impegnati a sanare i propri bilanci".
Preoccupa lo spill-over a cui stiamo assistendo nei mercati europei, con i titoli dei più importanti istituti di credito europei che hanno registrato importanti perdite da venerdì scorso, cioè da quando è iniziato l'allarme SVB.
Diodovich spiega che il sentiment degli investitori è negativo sul settore bancario soprattutto "nei confronti delle banche che negli ultimi anni hanno mostrato più problemi di liquidità". I CDS (credit default swap) sui bond di Credit Suisse Group (NYSE:CS) sono arrivati a quotare sui massimi storici, mentre la tedesca Commerzbank (ETR:CBKG) ha perso il 13% in una sola seduta.
"Siamo in una situazione di flight to quality - spiega lo strategist di IG - dove si vendono azioni di banche per spostarsi su bond. Nelle ultime 3 sedute il bond governativo statunitense (treasury) con scadenza a 2 anni è passato dal 5% di rendimento al 4,10%. Stesso comportamento anche in Europa con il btp a due anni che ha mostrato un rendimento in calo dal 3,88% al 3,44%".
Quali conseguenze sui tassi Fed?
Guardando la Federal Reserve, la banca di Powell oltre al dilemma dell’inflazione avrà anche quello dell’instabilità finanziaria: "Dopo un lungo processo di azioni restrittive qualcosa ha cominciato a rompersi all’interno del sistema. La nostra convinzione è che nel prossimo meeting di marzo si escluderà del tutto un rialzo di 50 basis points e si discuterà se fare una pausa nel processo di rialzo dei tassi. Indubbiamente gli sviluppi di un possibile contagio della crisi delle banche regionali sarà sotto stretto monitoraggio da parte della FED oltre al dato sull’inflazione di febbraio che sarà pubblicato il 14 marzo. Manteniamo le nostre aspettative su un rialzo di 25 basis points da parte della FED ma potrebbe essere l’ultimo della serie", conclude Diodovich.