Trump viaggia verso le elezioni con il vento a favore dei sondaggi. Intanto il governo italiano sfida Bruxelles a un gioco che probabilmente non avrà vincitori. Alla fine saranno i mercati a imporre la disciplina fiscale.
Donald Trump archivia il miglior weekend della sua presidenza a un mese dalle elezioni di mid-term e a metà strada del suo (primo?) mandato. La disoccupazione americana è ai minimi da mezzo secolo, l’economia corre e le imprese fanno a gara per rubarsi i lavoratori più dotati e qualificati. Intanto si porta a casa il voto del Senato, grazie ai sì decisivi della senatrice Susan Collins e del democratico della West Virginia Joe Manchin, alla nomina alla Corte Suprema del suo candidato Brett Kavanaugh. Secondo il Presidential Tracking giornaliero del Rasmussen Report, venerdì scorso The Donald godeva dell’approvazione del 51% degli elettori contro il 48% di disapprovazione. Nel dettaglio, i “forti sostenitori” erano il 38% contro un 39% di “forti detrattori”, il che gli assegna un Indice di Approvazione di -1, il più alto da inizio marzo del 2017, subito dopo il suo insediamento. Per dare un riferimento, il 5 ottobre del 2010, come oggi a 23 mesi dall’elezione, Barack Obama aveva un indice di -11. Per dare un altro riferimento, l’osannato dalla stampa Emmanuel Macron negli ultimi sondaggi di settembre ‘godeva’ di una popolarità scesa al 29% dal 34% di agosto, ai minimi dall’elezione, con appena il 3% di elettori che si dichiaravano “molto soddisfatti”. Una caduta verticale dal 64% di approvazione di giugno 2017.
SOFFERENZE NON NECESSARIE PER LE BANCHE ITALIANE
Intanto l’Italia continua a infliggere sofferenze non necessarie alle sue banche mentre a Bruxelles un Esecutivo europeo in uscita tra sette mesi cerca di recuperare consenso facendo del Paese dello stivale il capro espiatorio di tutti i suoi problemi, soprattutto se parlano esponenti di paesi dove il consenso per il governo nazionale è in caduta libera, come nel caso del francese Moscovici. Nei giorni scorsi abbiamo spiegato su FinanciaLounge la correlazione diretta tra aumento dello spread e caduta in Borsa dei titoli bancari italiani: i rendimenti in rialzo fanno scendere in modo corrispondente il valore dei BTP in portafoglio alle banche, che si vedono in questo modo erodere il cuscinetto di capitale richiesto dalla vigilanza perché devono contabilizzare una perdita nozionale sul valore di titoli che possono essere trasformati in liquidità. Il valore di mercato dei BTP incide direttamente sul coefficiente del capitale di vigilanza. Ogni 100 punti in più di spread mangiano qualcosa tra i 30 e i 50 punti base di Cet1 delle banche...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge