Di Alessandro Albano
Investing.com - Nelle ultime settimane, lo STOXX 600 e gli altri indici regionali europei hanno mostrato una certa forza rispetto agli Stati Uniti. A questo, si è aggiunto anche un miglioramento dell'economia, con il Vecchio Continente che ha mostrato una notevole forza economica rispetto agli States.
Per quale motivo? Ce lo spiega Frederic Leroux, membro dello Strategic Investment Committee di Carmignac, in un'analisi che riportiamo per intero qui sotto:
Il clima mite, che ha migliorato in modo significativo la situazione energetica, i piani di sostegno fiscale e il ritorno della Cina sulla scena economica, sono tutti fattori che giustificano questa performance, i cui effetti sul mercato azionario sono sbalorditivi. Dallo scorso 31 agosto, la sovraperformance dei titoli azionari europei ha raggiunto il livello del 17,5% e addirittura del +23,5% se si tiene conto dell’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro.
Ovviamente, questa forza relativa del Vecchio Continente è destinata a subire quanto meno qualche contraccolpo; performance come queste necessitano di pause per poter proseguire. Pertanto, non scommetteremo nel breve termine sulla probabilità di proseguimento di questo straordinario rally europeo. Tuttavia, riteniamo probabile che l’inversione di tendenza a favore dell’Europa, dopo dodici anni pressoché ininterrotti di sovraperformance degli Stati Uniti, si inscriva in un movimento a lungo termine appena iniziato.
Chi potrebbe beneficiarne?
Il contesto inflazionistico che dal 2021 sta caratterizzando le cosiddette economie “sviluppate” potrebbe verosimilmente alimentare i flussi finanziari da Occidente (Stati Uniti) verso Oriente (Europa, Cina, Giappone). Tali flussi sarebbero riconducibili alla consapevolezza del fatto che una crescita più dinamica del previsto potrebbe coinvolgere le economie più cicliche. Ciò favorirebbe il forte apprezzamento dei mercati azionari europei, cinesi e giapponesi, più ricchi di titoli ciclici, dopo essere stati penalizzati dal lungo periodo di crescita lenta e costante dello scorso decennio.
Analogamente, il contesto di tassi di intesse, tornato a essere attualmente più ragionevole, dovrebbe favorire le imprese la cui attività è risultata maggiormente utile all’economia in termini storici.