(Reuters) - La fusione tra Fiat Chrysler (MI:FCHA) e la controllante di Peugeot, PSA, non porterà probabilmente a una soluzione delle loro problematiche in Cina, paese in cui entrambe le società da tempo faticano a identificare i modelli giusti e i prezzi più consoni per il mercato auto più grande del mondo, secondo alcuni analisti.
I due gruppi hanno annunciato ieri che puntano a raggiungere un accordo vincolante nelle prossime settimane per creare il quarto più grande gruppo auto del mondo per volumi di produzione.
Ma la dimensione da sola non renderà l'italo-americana Fca e la francese Psa Group più competitive in un mercato nel quale sono state lente ad adattarsi alle tendenze e conquistare i consumatori, con vendite rimaste notevolmente inferiori rispetto a quelle di competitor come Volkswagen (DE:VOWG) e General Motors (NYSE:GM).
Psa non presenta modelli di Suv abbastanza competitivi sul mercato e nessuna delle due società produce un numero sufficiente di auto elettriche o ibride plug in, così come di veicoli caratterizzati da un'ampia gamma di elementi hi-tech graditi ai consumatori cinesi, secondo gli analisti.
In un mercato dove sono state vendute 28 milioni di autovetture nel 2018, Fca è riuscita a venderne solamente 155.215 e Psa 257.723, secondo Lmc Automotive. Alla fine di settembre, Fca aveva una quota nel mercato auto cinese dello 0,5%, mentre Psa si attestava sullo 0,6%.
Secondo gli analisti entrambe sono state strangolate dalla morsa delle case giapponesi e locali, che hanno linee di prodotti più adatte ai gusti del mercato cinese e a prezzi più bassi.
"Entrambe le società sono profondamente concentrate sul mercato interno e non sono riuscite ad adattarsi ai cambiamenti del mercato cinese", ha detto Bill Russo, responsabile della società di consulenza Automobility Ltd, con sede a Shanghai, ed ex dirigente Chrysler in Asia.
"Nessuna delle due è stata capace d'identificare e sviluppare i trend dello sharing, dei veicoli connessi (a internet) e delle auto elettriche", ha aggiunto.
Questi elementi rendono i due gruppi poco preparati per affrontare ulteriori cambiamenti nel mercato cinese, che ha sperimentato una contrazione delle vendite annuali per la prima volta dagli anni Novanta lo scorso anno e che si prepara a un altro calo quest'anno.
"L'intero mercato cinese sta sperimentando un periodo di transizione e adeguamento" ha riferito Alan Kang, senior analyst per Lmc Automotive, a Shanghai, aggiungendo: "È molto difficile recuperare terreno velocemente per questi due gruppi con la loro fusione dato che non hanno sufficienti modelli aggiornati".
Fca ha una partnership in Cina con Guangzhou Automobile Group che si è espressa favorevolmente sulla fusione ieri.
Psa sta cercando di far ripartire la propria operatività in Cina. A settembre ha dichiarato di aver elaborato una strategia con il suo partner locale Dongfeng Group per ristrutturare la loro joint venture, tagliando i costi nel breve termine e puntando a far aumentare le vendite annuali a 400.000 autovetture entro il 2025.
Un documento visto da Reuters a luglio mostrava che la joint venture intende dimezzare i dipendenti e rinunciare a due dei quattro stabilimenti cinesi.
Non è immediatamente chiaro se la fusione di Fca e Psa possa condizionare questo progetto di ristrutturazione.
Dongfeng Group detiene il 12,2% di PSA e il 19,5% dei diritti di voto.
Una fonte bancaria ha riferito a Reuters che Dongfeng potrebbe cedere le proprie quote, facilitando l'approvazione dell'accordo da parte dei regolatori Usa, viste le tensioni commerciali tra Washington e Pechino.
Dongfeng non ha voluto rilasciare commenti sulla fusione tra Fca e Psa.